Oltre quella grigia stanza

20:27 / Pubblicato da Alessandro / commenti (0)


Due genitori, tre figli. Due con grave "autismo". Alcuni semplici pensieri rivolti agli insegnanti di quella scuola, a Chiavari. Il Maria Luigia,  luogo segno evidente per molti di qualcosa che va oltre quello che ci si aspetta da una "scuola privata".
Grazie Milva, grazie Flavio per ricordarcelo.

Oggi, ancora una volta, una delle tante volte....
un altro ospedale, un altro dei tanti ospedali.....
Abbiamo raccontato dei nostri figli, del "loro modo di stare al mondo" insieme con noi, nella vostra scuola, tutti i giorni di questi anni.
Non abbiamo chiesto loro di validare, di esaminare quanto e come è stato fatto, abbiamo semplicemente detto "come vivono" e "come stanno" a scuola durante le loro giornate.
Abbiamo ricevuto approvazione, ammirazione, grande considerazione per quanto e per come è stato fatto. Con professionalità, con attenzione al  bisogno, al loro bisogno è stato cercato, dove altre figure competenti avrebbero dovuto e potuto cercare.
Non volevamo trovare la validazione del vostro operato, al quale del resto siamo "passivamente abituati", ma oggi ci siamo sorpresi a pensarci, richiamati fortemente a questo dallo stupore di queste persone.
Un grazie, semplice, semplice nulla di più.
Per essere stati "Soli insieme con noi".
Per la felicità, la serenità di Andre e Benny, felicità e serenità che loro hanno regalato a noi tutti, che oggi eravamo in quella stanza grigia a guardare al loro Destino.
A tutti un abbraccio
Milva e Flavio

La penultima cena

10:11 / Pubblicato da Alessandro / commenti (0)



E' incredibile che scrivere ieri quello che ho vissuto mercoledì sera, mi ha aiutato ad affrontare la difficile giornata di oggi a Milano. Ho bisogno di coraggio, molto coraggio per vivere la mia condizione e ne sono sprovvista. La fiducia però non mi manca grazie alla realtà che mi parla come attraverso questo spettacolo...”La penultima cena” di Paolo Cevoli.
Avevo già visto lo spettacolo di Paolo Cevoli “La penultima cena” ad Alassio.
Il desiderio che mi ha spinto a rivederlo credo essere stato legato alla mia necessità primaria di condividere momenti significativi della vita con i genovesi e di incontrare un amico conosciuto ad Ischia.
Condivisione che capita sempre più raramente e che quindi ha un valore triplo, come una bella giornata di sole dopo tanta pioggia e maltempo, qualcuno direbbe.. non ha prezzo..
Grazie quindi ad una coincidenza di recuperi sul lavoro, eccomi a teatro a Genova e con me alcuni amici e colleghi.
La prima cosa che mi ha colpito è stata la quantità di giovani presente alla serata organizzata appunto dalla Consulta dei giovani studenti (credo partita dalla scuola L. King). Tra i tanti anche Alice mia nipote con gli amici di Chiavari, facce gioiose e animate, certe della bella amicizia che stanno vivendo, con loro, i sempre presenti professori..
Un ragazzo vicino a me stupito mi ha chiesto informazioni..ma chi ha organizzato questa serata? Paolo Cevoli è vostro amico? Io fiera ho risposto che lui è venuto perché i ragazzi l’hanno chiamato e che è uno molto aperto e sensibile alle problematiche sociali, io stessa l’ho conosciuto personalmente  e mi ha stupito per la sua semplicità oltre che simpatia.
Inizia lo spettacolo, come scenografia, la tomba dove fu sepolto lui Paulus Simplicio Marone, un grande chef dell’antica Roma che è riuscito per le vie più strane a preparare l’ultima Cena di Gesù e che è stato ammazzato per avere salvato un gruppo di Cristiani dalla strage di leoni, avendoli “anestetizzati” con una lauta cena...
Il tutto con la comicità tutta romagnola del “patacca” alternata a momenti di grande profondità di pensiero e di riflessione sull’incontro con Gesù.
Quell’incontro che lui ha descritto come uno “Sguardo” del Maestro  che cambia la vita e che tira fuori tutto il potenziale della persona e che lo fa esprimere al massimo, con tutto il temperamento e la piccolezza di cui uno è fatto..
Anche dopo l’incontro persiste tutta la piccolezza, tutta la difficoltà a capire, lui stesso raccontando nello spettacolo vedeva in Gesù un interesse personale, un ottimo socio in affari ..”Ristorante al Miracolo..si mangia da Dio..”
Cevoli mi ha di nuovo colpito, per la grande libertà che ha espresso nel raccontare di Gesù come un amico, non ha paura a nominarlo per tutto lo spettacolo, con coraggio.. e recita sul palco per quasi due ore senza interruzione...
Dallo spettacolo è venuto fuori un uomo certo, un uomo con una missione, sicuramente come dice lui quando racconta di se, del suo passato di manager  e come il suo talento si è imposto sempre di più “Gesù, saprà lui perché mi ha fatto un patacca”..
All’uscita ero contenta, cercavo di trovare nel suo racconto comico ma allo stesso tempo molto serio, un valore per me, di sicuro c’è che uno l’occasione per “vedere” la trova sempre, il fatto poi che un uomo di spettacolo gridi il nome di Gesù a destra e a manca ti fa chiedere di più il coraggio di chiamarlo con il suo nome e di non chiuderti nella paura.
Era bello vedere quella certezza raccontata così semplicemente e così chiaramente, così vissuta, per raccontarla con tanta lucidità.
Quella certezza è anche la mia o meglio è ridiventata anche mia.
Dopo la sua testimonianza il desiderio che ne consegue è di incontrare Gesù nelle circostanze,  attraverso quella tensione che accompagna e che ci chiede sempre di piu’.
Ha spiegato bene Cevoli nel suo personaggio, il desiderio di diventare il più grande chef di Roma , l’ha portato ad incontrare Gesù e a essere il protagonista “dietro le quinte” dell’Ultima Cena e ancora di più dopo aver passato molti anni schiavo in prigione ad aver salvato i Cristiani da una possibile strage..
Anche noi quindi, attraverso la nostra tensione a migliorarci e a volere le cose più grandi e più belle, possiamo incrociare questo Sguardo ed essere chiamati ad essere continuamente protagonisti della nostra vita.
 Silvia L.