13:02 / Pubblicato da Alessandro / commenti (3)

08:20 / Pubblicato da Alessandro / commenti (2)

Rockin' at The White House - di Paolo VITES

18:01 / Pubblicato da Alessandro / commenti (0)


Quasi 50 anni fa, un ragazzo ebreo del Minnesota, fortunato abbastanza da essere stato invitato a esibirsi alla Marcia per i Diritti Civili a Washington organizzata da Martin Luther King, impressionato dall'evento, scrive una canzone, destinata a diventare inno e simbolo di quell'epoca storica, The Times They Are A-Changin'.
Un paio di mesi dopo il presidente degli Stati Uniti John Kennedy viene ucciso. La sera di quel tragico giorno, lo stesso ragazzo si deve esibire in concerto. Riluttante e sconvolto da quanto accaduto a Dallas quel giorno, apre lo show come faceva gni sera, con The Times They Are A-Changin' che questa sera suona ironica e svuotata di ogni suo significato.
The Times They Are A-Changin' ha certamente avuto, sin da quando venne composta, un aspetto da "inno generazionale" e sociale. Ma non è mai stata solo quello. Come ogni canzone di Bob Dylan, essa fuoriesce dal contesto storico in cui ha preso forma, e lo trascende. La ruota sta ancora girando e non è destinata a fermarsi probabilmente mai; il primo e l'ultimo, il lento e il veloce continuano a scambiarsi di posto e sempre lo faranno. Il presente, sempre, è destinato a diventare passato e l'ordine corrente delle cose domani sarà stato sostituito da un altro ordine.


Quasi cinquant'anni dopo, quel ragazzo ebreo è adesso un uomo anziano di quasi 70 anni. Per la prima volta nella sua vita è invitato a esibirsi alla Casa Bianca, davanti al presidente degli Stati Uniti, il primo presidente afro-americano. L'evento vuole celebrare proprio i giorni della Marcia per i Diritti Civili e tutti gli afro-americani che per essi si erano battuti. E' inevitabile che Bob Dylan decida di cantare The Times They Are A-Changin'. Che viene proposta in chiave intima, dolente e a tempo di valzer. No, non ha più alcuna sembianza di inno generazionale e sociale. Questa sera, questa scarna versione della canzone riflette di più la fonte a cui il ragazzo ebreo si era ispirato allora, il Libro dell'Ecclesiaste. Quella parte dell'Antico Testamento che vuole sottolineare come, sotto al sole, ogni tentativo da parte dell'uomo è cosa futile, vana, destinata a corrompersi.
Per tutte le volte, negli ultimi vent'anni, che Dylan ha eseguito questa canzone in modo privo di ogni ispirazione, con le parole sbagliate, quasi a deriderla, questa sera per la prima volta da quando venne incisa, la canzone mostra tutta la sua verità, eseguita con lo stesso amore e dedizioe con cui Dylan in anni recenti ha eseguito tante canzoni di altri artisti. E' come se non gli appartenesse più, è più grande del suo stesso autore. Ogni tronfia celebrazione, seppur giustificata dalla presenza di Obama in quella Casa Bianca dove un nero, ai tempi di Martin Luther King difficilmente avrebbe potuto mettere piede, perde improvvisamente senso. Davvero questa sera The Times They Are A-Changin' diventa una canzone senza tempo, oltre il tempo, ma incisa nel tempo. E così appare Bob Dylan, nell'oscurità del piccolo palcoscenico: un uomo che appare appartenere, ora e per sempre, a un tempo immemorabile.
Chiamato inutilmente e banalmente "profeta" per tanto tempo della sua carriera, questa sera Bob Dylan è davvero un profeta. Perché i tempi cambiano, e continueranno a farlo.

Post scriptum: una ventina d'anni fa, un Bob Dylan sull'orlo dello sbandamento spirituale più totale, disgustato del mondo attorno a lui e probabilmente disgustato anche di se stesso, scriveva un contro-inno generazionale e sociale, che suonava più come uno sberleffo punk. Per la canzone Political World venne girato un video clip. Che oggi, col senno di poi, nella sua ambientazione, sembra girato nella Casa Bianca. O magari nella Casa Bianca di un film che verrà anni dopo, Masked & Anonimous.



Rockin' the White House, for the times they are a-changin'.. 

Tratto da: http://gamblin--ramblin.blogspot.com   di Paolo VITES

Quella carezza alla Casa Rossa

19:28 / Pubblicato da Alessandro / commenti (0)

Caro Ale, ieri siamo andati alla "Casa Rossa"..... parto , Marina mi ha detto vieni, ne vale la pena, vado incuriosita con un popolo di giessini, insegnanti ed altri...
Arriviamo a Carrara, citta' un po' banale e insignificante, tutto chiuso, è domenica, neanche un bar aperto...Ci portano nella parrocchia, una piccola chiesa con una piccola casa  vicino: la Casa Rossa. Siamo in 250 andiamo a messa, bello, ti commuove sempre vedere il tuo popolo e le facce di tutti questi ragazzi. Finisce,  andiamo a visitare Carrara, un signore ci spiega la città e la sua storia, il Duomo bellissimo, ma non si sente bene quello che dice, non ha il megafono e noi siamo in tanti, qualcuno si distrae, io per prima ma tutto sommato è una distrazione composta. E' ora di pranzare torniamo alla parrocchia , carne alla brace per tutti, incredibile, è fredda ma tenera, vedo i ragazzi di Carrara servirci, tipi strani, vestiti strani, uno poi con dei capelli lunghi fino alla schiena,  guardo e penso chissa cosa ci sarà da vedere in questo posto!
Sono le 14 facciamo un po' di canti insieme , belli... bello! .Iniziano le testimonianze , parla il ragazzo con i capelli lunghi racconta di essere diventato amico di un medico e si accorge che stando con lui ha scoperto l'amicizia con Gesu', parla di questo campo che fanno con la Parrocchia d'estate e racconta che quella per lui è  la settimana più bella della sua vita...decidono di vedersi di più in tre,  in quattro: ascolto, bello, che grazia! Partono le altre testimonianze , tre ragazze di 18, 17, 20 anni,una è di famiglia protestante, incontra gli amici della Casa Rossa, rimane affascinata tanto che vuole capire di più  e va a fondo alla sua religione , a quello a cui è stata educata.Si accorge che manca qualcosa, inizia a discutere con il suo papa',  ci racconta come ha capito la confessione che per i protestanti è una cosa personale , la fai quando credi,  e da solo. Racconta  che il parroco gliel'ha spiegata così "é come se tu stessi annegando nei tuoi peccati e Gesù è sulla barca che ti tende la mano e ti fa salire con lui, capisce che è Qualcuno , che non sei tu,  che Ti prende:incomincio a non dire più: bello, mi assale un brivido, non è il freddo , Gesù è presente qui, ora.
La ragazza continua a raccontare, in un anno prende i sacramenti, comunione e cresima e dice al padre che diventerà cristiana! 18 anni... una semplicità e una certezza disarmanti! Le testimonianze continuano,  altre ragazze , tutte incalzanti (impossibile raccontare!!!) ognuna di loro è semplice, certo, vedi nelle loro facce la gioia di aver incontrato Gesù . I brividi non mi abbandonano , aumentano, non riesco proprio a cantare la canzone di Mina "mi sei scoppiato dentro al cuore all'improvviso,," , piango, Gesù è qui presente, non è più "bello", è riaccaduto, vorrei tornare a casa in ginocchio per dire grazie. Lui è qui, continuo ad avere gli occhi umidi, anche adesso che ti scrivo. Torniamo sul pullman, guardo tutti , siamo tutti un po' cosi', come quando ti succede una cosa così grande che non sai spiegarla, mi vengono in mente gli apostoli con quello sguardo del volantone, abbiamo tutti addosso quello stupore! Mi siedo, ripenso , gli amici della casa rossa non posso più lasciarli e come faccio a non dirti vai a vedere! Stasera vado dal mio papà in ospedale, oramai al tramonto, non so cosa dire, cosa pensare, però una cosa la farò sicuramente, una carezza, la stessa che Lui mi ha fatto ieri!
In lacrime, ti abbraccio Monica

St. Valentine

17:23 / Pubblicato da Alessandro / commenti (0)

Tene Ti Ala

19:57 / Pubblicato da Alessandro / commenti (0)

L’evento consiste in una partita amichevole di pallanuoto alla quale parteciperanno i campioni della PRO RECCO – tra cui i giocatori della nazionale italiana Maurizio Felugo, Alessandro Calcaterra, Stefano Luongo, Andrea Mangiante e Stefano Tempesti – e una rappresentanza di atleti noti nel panorama sportivo del Tigullio – tra cui i campioni della nazionale di canoa polo Luca Bellini e Marco Porzio.
La partita verrà disputata domenica 07 febbraio 2010, a partire dalle ore 17,30, nella piscina comunale di Chiavari, in largo Pessagno 1.
L’obiettivo della manifestazione è raccogliere offerte da destinare alla missione delle Suore Francescane di Maigaro a Bouar, in Repubblica Centrafricana, dove già un centinaio di persone vi si sono recate dal Tigullio. Qui si trova un piccolo ospedale che necessita di migliorie tecnico – sanitarie. Nella vicina Bouar, inoltre, è presente Radio Sirirì – fondata nel ’94 - che in questi anni ha aiutato i centrafricani a maturare in cultura e conoscenze sanitarie. Prima che gli atleti scendano in acqua, verrà proiettato un filmato che spiegherà le caratteristiche di questa importante realtà africana. Al termine della partita seguirà buffet nello spazio esterno della piscina.
L’Associazione Tene Ti Ala si è costituita il 19 ottobre 2009, dopo un viaggio in Repubblica Centrafricana. Sulla scia di un’esperienza che è iniziata nel 1994, l’Associazione si pone l’obiettivo di essere un punto di riferimento per i molti che dal Tigullio hanno a cuore il futuro dell’ospedale di Maigaro e di Radio Sirirì. “Tene Ti Ala” è una frase in lingua centrafricana, il sango, e significa “Per loro…”: un modo, insomma, per rimanere vicini alla missione di Maigaro seppur da lontano.

Che cosa è un Santo

17:47 / Pubblicato da Alessandro / commenti (0)


Un santo è qualcuno che ha raggiunto una remota possibilità umana. Un santo non dissolve il caos. Se potesse farlo, il mondo sarebbe già cambiato tanto tempo fa. Non credo neanche che il santo possa dissolvere il caos per se stesso.

Ben lontano dal volare con gli angeli, egli traccia con la fedeltà della puntina di un sismografo lo stato del sanguinante orizzonte.

La sua casa è pericolosa e definita, ma lui si sente a casa sua nel mondo. Sa amare le varie forme dell’umanità, le belle e confuse forme del cuore. E’ una cosa bella avere in mezzo a noi tali uomini, tali mostri dell’amore che sanno come bilanciare la realtà.



Leonard Cohen, vincitore del Special Lifetime Achievement Grammy, 30 gennaio 2010 

                              Da: http://gamblin--ramblin.blogspot.com/    di Paolo VITES

Tim Tebow

17:02 / Pubblicato da Alessandro / commenti (0)


Non trasmettete quello spot anti-aborto. È questa la richiesta che un’organizzazione femminista di New York ha avanzato alla Cbs. Il network ha infatti intenzione di mandare in onda il 7 febbraio, durante la diretta televisiva del Super Bowl che vedrà impegnati gli Indianapolis Colts contro i New Orleans Saints, un filmato contro l'interruzione di gravidanza pagato dal gruppo cristiano conservatore Focus on the Family.
IL CAMPIONE - Il Women’s Media Center, sostenuto da gruppi quali l’Organizzazione Nazionale delle Donne e la Feminist Majority, ha preso di mira lo spot suggellato dallo slogan «Celebriamo la famiglia, celebriamo la vita»: il video ripercorre, in trenta secondi, la gravidanza della madre di Tim Tebow, superstar della squadra di football del college di Florida. Tebow, che negli Stati Uniti gode di enorme popolarità, nacque nel 1987 al termine di una gravidanza a rischio. La madre dell’ex quarterback dei Gators si ammalò durante una missione nelle Filippine e rifiutò l’aborto consigliato dai medici che la visitarono. Tebow, che ha quattro fratelli maggiori, ha vinto due titoli nazionali Ncaa alla guida di Florida conquistando anche l’Heisman Trophy, l’ambitissimo premio riservato al miglior giocatore del campionato universitario statunitense.
IL COSTO DELLO SPOT - «Uno spot che usa lo sport per dividere anziché unire non può trovare posto nell’evento sportivo più importante dell’anno», hanno protestato dal Women’s Media Center, «un evento fatto per unire gli americani». Proteste inutile perché il network Cbs, che trasmetterà la finale ad un pubblico di circa cento milioni di telespettatori nei soli Stati Uniti, ha fatto sapere di avere approvato il testo dello spot sotto accusa, che avrà un costo compreso tra 1,8 e 2 milioni di euro.
«MIA MADRE UNA DONNA CORAGGIOSA» -Tebow, che tra tre mesi dovrebbe fare il salto tra i professionisti della Nfl difende da parte sua lo spot che lo vede protagonista insieme alla madre: «So che qualcuno non sarà d’accordo ma io credo che queste persone debbano almeno rispettare il fatto che io difenda le mie convinzioni», ha spiegato il giocatore, che si è detto «convinto da sempre» delle sue ragioni anti-abortiste. «È per queste ragioni che io sono qui, perché mia madre è stata una donna molto coraggiosa» ha detto. (Fonte Apcom)