Il cristianesimo è per la felicità dell'uomo

15:14 / Pubblicato da Paolo Vites / commenti (0)

“L’unica modalità con cui ciascuno di noi può voler bene a un altro è morire. Morire vuol dire aderire a un Altro, vuol dire rompere la propria misura. È questa la modalità che normalmente deve decidere i rapporti di tutti i giorni” Enzo Piccinini, 5 giugno 1951, 26 maggio 1999

Cannes premia Rose

12:22 / Pubblicato da Paolo Vites / commenti (0)

Nell'indifferenza generalizzata dei media, ilsussidiario.net racconta del Babelgum Online Film Festival: "Cannes premia Rose, una vita con i malati di Aids nel cuore dell'Africa". Né sentimentalismo né emozionalità, ma "un motivo per cui valga la pena guarire"; "Non sai che il valore in te è più grande del valore della tua malattia?" (Rose) trailer: http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=2295 intervista regista: http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=2280 intervista Rose: http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=2291

Il 25 Maggio 1887 nasce Padre Pio. Il 25 Maggio 1999 nasce Simone.

14:00 / Pubblicato da Alessandro /

Happy Birthday Bob (24 maggio 1941) Bologna '97 Dylan dal Papa.

13:27 / Pubblicato da Alessandro /

Sarah Palin

13:15 / Pubblicato da Alessandro /

"Sapevamo che avrebbe avuto un viso speciale"

Donne, basta con il freddo!

Sarah Palin, governatrice dell'Alaska, ha dato alla luce il quinto figlio, Trig, affetto da sindrome di Down.

Sarah Palin, quarantaquattrenne governatrice dell'Alaska, era incinta del quinto figlio, Trig. Dai test fatti durante la gravidanza Sarah sapeva che Trig sarebbe stato affetto dalla sindrome di Down. Nonostante che molti le suggerissero di abortire ha deciso di andare avanti, e cinque giorni fa ha dato alla luce Trig. Lunedì era già in ufficio, dove ha incontrato i suoi collaboratori impegnati a seguire la costruzione di un gasdotto che attraverserà l'Alaska. Alle persone che l'aspettavano ha detto, parlando del figlio: "Sapevamo da dei test fatti in precedenza che il suo viso sarebbe stato speciale, siamo orgogliosi che Dio ci abbia affidato un regalo come lui".

Il Foglio aveva già raccontato la storia di Sarah Palin, dedicandole la prima pagina del 7 marzo scorso con queste parole:

"Il quinto figlio nascerà a maggio, la fame è ormai insaziabile, i vestiti si fanno stretti, il sorriso si fa largo e rassicurante. Un bimbo che arriva quando sei felicemente in carriera è un regalo di cui andare fieri. Sarah Palin, la governatrice “più hot” dello stato americano più freddo, l’Alaska, dice che “Dio non manderebbe mai qualcuno di cui non possiamo occuparci”, non c’è un momento giusto e uno sbagliato, anche se hai quarantaquattro anni, anche se sei finita nella lista dei candidati vicepresidenti alla Casa Bianca del repubblicano John McCain. Sarah inganna l’attesa mettendo al mondo il quinto figlio. Sorride, la maternità la rende più forte, ancora più bella, le fa venir voglia di guidare il suo stato con quel piglio arguto e dolce che l’ha resa famosa in tutta l’America, di parlare col pancione agli eventi pro life, di passeggiare nella neve col marito operaio. Soprattutto, di andare a caccia di caribù".

Dal discorso del Papa ai giovani - Genova 18 maggio 2008

18:00 / Pubblicato da Alessandro / commenti (1)

Occorre un incontro con qualcuno che ti mostri come, oltre le quattro mura in cui di solito lo teniamo rinchiuso, esista qualcosa di più vasto; e che gli ideali bisogna viverli, e lottare perchè si realizzino prima che ti si avvizziscano dentro. E per capire il modo giusto di fare ciò, può tornare utile questo brano del bel discorso che a Genova il Papa ha rivolto ai giovani: «Essere giovani significa aver scoperto le cose che non passano col passare veloce degli anni. Se un giovane scopre i valori veri e grandi, allora non invecchia mai, anche se il corpo segue le sue leggi. Resta giovane sempre nel cuore e irradia giovinezza, cioè bontà. Sì, perché la bontà sfugge alla presa del tempo. Per questo possiamo dire che solamente chi è buono e generoso è veramente giovane. Vi auguro di essere giovani, non alla moda: le mode si bruciano in un baleno, in una rincorsa frenetica e stordita; la giovinezza invece – quella della bontà – resta per sempre. Anzi, sarà perfetta e splendente in Cielo con Dio. E' bello essere giovani. Oggi tutti vogliono essere giovani, rimanere giovani e si mascherano da giovani, anche se il tempo della giovinezza è passato - visibilmente passato. Perché è bello essere giovani? Perché il sogno della perenne giovinezza? Mi sembra ci siano due elementi determinanti: la gioventù ha ancora tutto il futuro davanti a sé. Tutto è futuro – tempo di speranza. E il futuro è pieno di promesse. Oggi però, per molti, anche pieno di minacce, soprattutto la minaccia di un grande vuoto. Perciò molti vogliono arrestare il tempo per paura di un futuro nel vuoto; vogliono subito consumare tutte le bellezze della vita – e così l'olio della lampada è consumato quando la vita comincerebbe. E' importante scegliere le vere promesse, che aprono al futuro – anche con rinunce. Chi ha scelto Dio ha ancora nella vecchiaia un futuro senza fine e senza minacce davanti a sé. Scegliere bene – non distruggere il futuro. E la prima scelta fondamentale deve essere Dio, rivelatosi nel Figlio Gesù Cristo. E nella luce di questa scelta, che ci offre nello stesso tempo una compagnia affidabile nel cammino, si trovano i criteri per le altre scelte necessarie».

Magdi Cristiano Allam

17:50 / Pubblicato da Alessandro / commenti (0)

Il nuovo libro di Magdi Cristiano Allam di Tempi «Grazie Gesù, Dio dell’Amore, della Verità, della Vita e della Libertà, che per intercessione del Santo Padre Benedetto XVI, il papa della Fede e della Ragione, mi hai accolto nella comunità dei credenti cristiani. Celebrando la tua Risurrezione si è compiuta in me la risurrezione interiore dello spirito. Ha così finalmente visto la luce, per grazia divina, il frutto sano e maturo di una lunga gestazione vissuta nella sofferenza e nella speranza». Chi si era lamentato perché i primi scritti e le prime dichiarazioni pubbliche di Magdi Cristiano Allam subito dopo il Battesimo sembravano centrate più sulle ragioni del suo abbandono dell’islam che sulla descrizione del suo cammino e del suo incontro con Cristo, adesso troverà soddisfazione. Grazie Gesù. La mia conversione dall’islam al cattolicesimo (Mondadori, 192 pagine, 18 euro), appena pubblicato e presentato al Salone del libro di Torino, contiene tutta la dimensione personale e spirituale della conversione religiosa del vicedirettore ad personam del Corriere della Sera. Senza accantonare i cavalli di battaglia del Magdi Allam uomo pubblico e polemista: la critica radicale della religione islamica, la rivendicazione del Battesimo come rottura col passato («sono rinato da cristiano azzerando l’identità islamica, che ho consapevolmente e volutamente rinnegato. Dentro e fuori di me tutto cambierà. Nulla sarà più come prima»), la polemica con quegli esponenti della Chiesa che rinunciano all’evangelizzazione dei musulmani, l’apprensione per i destini dell’Occidente e la necessità della riscoperta e della valorizzazione anche politica delle sue radici giudaico-cristiane. Nel libro si avverte il calore del popolo che si riunisce attorno ad Allam e che lo accompagna nel suo percorso umano e spirituale. E il brivido di momenti drammatici, come quando il direttore del Corriere Paolo Mieli esprime ad Allam la sua preoccupazione per la condanna a morte per apostasia destinata ad aggiungersi alle precedenti minacce. «So a cosa vado incontro», gli viene risposto. «Ma affronterò la mia sorte a testa alta, con la schiena dritta e la solidità interiore di chi ha la certezza della propria fede».

L' intuizione della Bellezza in Leopardi

18:04 / Pubblicato da Alessandro / commenti (0)

In ricordo di Claudio

17:02 / Pubblicato da Paolo Vites / commenti (0)

La Casa si allarga: un progetto che racconta un'amicizia

18:12 / Pubblicato da Alessandro / commenti (2)

LA CASA SI ALLARGA: UN PROGETTO CHE RACCONTA UN'AMICIZIA

Come sempre accade, tutto è nato nel modo più semplice e senza alcun progetto preordinato. Una piovaosa domenica sera di due anni fa ho telefonato alla mia cara amica Milva, mamma di tre figli di cui due affetti da autismo grave, per chiederle “come stai?”; lei mi ha raccontato di aver passato il pomeriggio girando per ore in macchina (unico luogo dove i due figli stanno seduti e rilassati).

Quando ho messo giu' il telefono mi sono detta:”Ma perchè non possiamo trovare un luogo, un momento, in cui ritrovarci e trascorrere qualche ora insieme durante la settimana, con i nostri figli ma soprattutto stando insieme noi genitori?”

E' bastato parlarne con la Rosy ed era fatta: abbiamo chiesto la disponibilità della palestra Odeon, in modo da avere lo spazio adeguato, Famiglie per l'accoglienza ha dato identità e struttura a questo gesto (e ci siamo chiamati gruppo “Amici di Simone”, per continuare ad avere nel cuore il nostro piccolo che ci guarda dal Paradiso), e abbiamo cominciato a proporre agli amici di trovarci il martedi pomeriggio dopo la scuola per giocare e fare merenda insieme...E come sempre accade tutto il resto non è stato opera nostra, ma un piccolo grande miracolo!

Alcuni di noi hanno raccontato di questo luogo, e hanno invitato mamme di altri bimbi “speciali”, magari incontrate nelle sale d'attesa degli ambulatori di riabilitazione, e cosi in poco tempo siamo diventati uno splendido “gruppone” fatto di mamme, bambini e qualche papa'. Nel frattempo abbiamo anche avuto l'opportunità di spostarci, e di usufruire di una bella sala presso il Centro Benedetto Acquarone, grazie alla sensibilità del direttore.

Un aspetto splendido di questa avventura è stato poi il coinvolgimento di alcuni ragazzi che offrono questo tempo della loro settimana come gesto di caritativa, ed è davvero uno spettacolo guardare come stanno di fronte a questi bambini, anche quelli più particolari, più “misteriosi” se vogliamo...Adesso il giorno degli incontri è il lunedi, se entrate al Centro Acquarone basterà seguire il suono delle risate dei bambini e ci troverete, nel teatrino durante la stagione invernale e all'aperto nel parco giochi del centro durante i mesi più caldi.

In fondo la proposta è davvero semplice, si gioca insieme, si fa merenda (abbiamo la mitica Anna che si occupa sempre di rifocillarci con ottime vettovaglie!), percorrendo cosi insieme un pezzettino di quella strada che a volte è cosi in salita da far perdere un po' le forze se affrontata da soli. Francesca

Nell’orrore, il cuore dell’uomo anela al bene

22:38 / Pubblicato da Paolo Vites / commenti (0)

Sembra che le prime parole che abbia detto uscendo dalla tomba in cui era stata sepolta viva per 24 anni insieme a tre dei sette figli dell’abominio (uno morto appena nato, altri tre adottati dal padre che da lei li aveva avuti, se quest’uomo ancora si può chiamare padre) siano state per chiedere notizie appunto dei tre bambini che le erano stati portati via appena nati. Bene ha fatto il settimanale Tempi a mettere in copertina questa storia dell’orrore più indicibile che mente umana possa immaginare, la storia di Elizabeth: http://www.tempi.it/esteri/001171-il-bene-infrangibile Anche Davide Rondoni, su Sussidiarietà ne ha parlato (http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=1908), unici due casi tra i mass media - come sempre fatti di voyeurismo vizioso e vuoto ideologico -, a darci parole di speranza davanti a una storia che personalmente mi ha tolto il sonno da settimane e davanti a cui mi sembrava impossibile ci fosse la benché minima possibilità di speranza. Ho provato a pensare a una sola giornata dei 24 anni passati da questa donna, questa martire dei tempi moderni (e i suoi figli non son da meno) e ho dovuto fermarmi per la troppa angoscia. Impossibile anche immaginarne l’orrore. In questa tomba, però, questa donna ha conservato un’anelito di speranza: “Sapevo che prima o poi sarei tornata libera, non mi sono mai sentita prigioniera perché sapevo che l’uomo nasce libero”. Vengono i brividi a pensare ciò. La forza di sopravvivere (chiunque altro, siamo onesti, avrebbe almeno accarezzato il pensiero di uccidersi in una situazione così estrema) glie l’hanno data proprio i figli, i figli dell’orrore: lei li ha amati comunque, li ha accolti, ha cercato di educarli, ha voluto loro bene. Guardando l’altro, ha trovato la forza di sopravvivere e li ha fatti sopravvivere. Che lezione immensa ci ha dato questa donna, Elizabeth. Nel cuore dell’uomo, per tutto il male inimmaginabile che l’uomo stesso può fare, Elizabeth ce lo ha provato, è inestinguibile il desiderio del bene, della libertà, dell’amore inteso come dono di se. Lo ha detto il dottore della clinica che la sta curando: ha resistito solo per salvare i propri figli. Cose come questa storia non accadono per caso, in questo terzo millennio delle millantate conquiste scientifiche, dell'egoismo, della noia di chi ha tutto. Storie come queste accadono perché attraverso il martirio di Elizabeth e dei suoi figli dell’abominio ci sia ricordato che la vita, quando è spesa per l’altro, è capace di vincere anche ogni inimmaginabile orrore. In quella tomba, noi ne siamo certi, Elizabeth e i suoi figli non erano soli. Un Altro ha fatto loro compagnia.

Simone

20:01 / Pubblicato da Alessandro / commenti (0)

Il mio amico Simone

Su una collina, che sovrasta la periferia di Chiavari, appoggiato tra gli alberi di ulivo e l’autostrada(che da queste parti, così avare di spazio, nessun centimetro di terra disponibile viene sprecato) c’è un piccolo cimitero. La brezza dal mare vicino, quassù, riporta tutti i profumi di queste campagne in cui sono cresciuto, ormai tanti anni fa. A questo cimitero ci si arriva a piedi, dalla chiesetta sottostante, inerpicandosi fra minuscoli viottoli tipici della campagna ligure e vecchie case contadine, o per un ancor più scoscesa strada semi-asfaltata. Lassù c’è un silenzio accogliente, che è bello fermarsi qua anche a lungo. Qua, fra tombe di austeri personaggi antichi, vecchi genovesi che hanno costruito questa città, c’è ne è una su cui sono posati tanti giocattoli: macchinine, peluche, ricordi di una infanzia bella. È lì che riposa il mio amico Simone. Di lui ho un solo ricordo, così come sempre mi capitava di vederlo, quando andavo a trovare la sua famiglia: sorridente e felice, nonostante la malattia e le durissime sofferenze sopportate nei suoi 6, brevi anni di vita. Lui ha testimoniato come la vita sia una cosa che valga sempre essere vissuta, specialmente quando hai una famiglia e tanti amici che ti accolgono così come sei, senza pretendere che tu sia diverso da come invece sei stato voluto. In questa epoca in cui ciascuno pensa sia suo diritto decidere le regole della vita, quando questa deve cominciare e quando deve finire, pretendendo in modo osceno se un altro ha diritto di venire al mondo e in quale modo bisogna essere per poterci venire, al mondo, Simone e i suoi genitori sono stati la testimonianza che tutto ci è dato, ma nulla ci appartiene. E che non c’è istante della vita che non valga la pena essere vissuto. Così adesso, proprio nello stesso modo con cui lo hanno accompagnato nella sua esistenza terrena, i genitori di Simone e i suoi amici hanno messo su questa cosa, che vuole far sì che la vita di tutti sia sempre accolta: si chiama Associazione Simone Tanturli, perché a quel bambino è dedicata, e lotta perché a tutti, anche ai bimbi che hanno problemi e handicap fisici, sia dato il diritto di andare a scuola, e nella scuola che i genitori pensano sia meglio per lui. Perché lo Stato italiano ancora fa discriminazione, nonostante la Costituzione dica altrimenti, a proposito della libertà di educazione. Questa Associazione cerca fondi per la sua battaglia, ed è una buona battaglia. È per i diritti dei bambini, è per il diritto alla vita, ed è per il diritto alla libertà di educazione, che senza libertà di educazione ai nostri figli si lasciano solo mostruosità ideologiche e una vita senza il senso dell'accoglienza del prossimo. Così se passate da questo blog fateci un pensiero, e magari iscrivetevi anche voi. Per ogni info: gliamicidisimone@alice.it. Il mio amico Simone ne sarebbe contento, ma lui contento lo era sempre. Pubblicato da Paolo Vites