Una macchia rosa ben precisa

11:44 / Pubblicato da Alessandro /

Ieri sera stavo leggendo l'ultimo libro di don Giussani,"Qui ed ora",e alcuni passaggi mi sono sembrati un giudizio su come io mi sono rapportato alla serata alla torta dei Fieschi. Infatti ha pesato, anche giustamente, la negatività di tutti i testaieu avanzati, la fatica sprecata di una settimana di lavoro, l'incasso sicuramente minore di come speravo.Così mi sono preoccupato di più delle cause, di una errata valutazione delle possibilità di vendita ,del posto dove eravamo, delle presenze che erano calate rispetto agli anni precedenti e via di questo passo. Ma se da un lato un bilancio è necessario per non rifare gli stessi errori, questo può essere l'ultima parola? In una canzone di Chieffo si definiscono i bilanci "assurdi inventari fatti sempre senza amore"e alcuni brani di don Giuss hanno ricentrato la questione:
"Continuare a essere attivisti, continuare a buttarsi nelle iniziative, in un attività frenetica, stanca e logora, a meno che tale attività, per un cambiamento profondo, non diventi espressione nostra. Allora uno lavora da mattina a sera, si stanca come una bestia, va a letto e dorme, ma è contento, perchè tutta la sua attività lo esprime, esprime la sua persona, afferma la sua persona e perciò lo matura."pag.72
"La nostra idea di fare storia è profondamente cambiata: prima fare storia era costruire qualcosa, forti di una propria originalità, di una propria idea, ora fare storia vuole dire accogliere l'opera di un Altro, cioè accogliere il fatto che ciò che rende vera la mia umanità è un Altro" pag 106 Cioè per giudicare tenendo conto di tutti i fattori, per fare emergere la verità di quel gesto dovevo tenere conto non solo della fatica della settimana, ma che la passione dei ragazzi, belin parliamo come se fossimo da casa di riposo, è un valore a prescindere, quella sera in un angolo di piazza c'era comunque una macchia rosa ben precisa, che magari lentamente e faticosamente è parte di un popolo, che nonostante i miei limiti e la mia pigrizia è casa mia, quella dimora che è punto fisso di un peregrinare che ora ha anche una meta, un punto di approdo. Insomma se da un lato è giusto valutare l'efficacia della serata l'ultima parola deve essere la gratitudine per l'amicizia, per una "compagnia guidata al Destino" che rende possibile che quel destino, cioè Cristo, diventi carne, sostanza della mia quotidianità. Il giudizio più vero diventa la preghiera detta insieme prima di iniziare.

3 commenti:

Comment by Paolo Vites on 20 agosto 2009 alle ore 13:10

Gesù sapeva prima di iniziare quanti testaieu - si scrive così? - avreste venduto.

Anonimo on 7 novembre 2009 alle ore 22:16

Si, probabilmente lo e

Anonimo on 7 novembre 2009 alle ore 22:16

Perche non:)

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