HOLY LAND - Nove giorni in Terrasanta

21:35 / Pubblicato da Alessandro /


"Non si può tornare dalla Palestina con il dubbio che il cristianesimo sia una favola"
(Luigi Giussani)

Nove giorni inaspettati in Terrasanta. Arrivati per l'amicizia di chi lì è già stato e ha detto:"ne vale la pena, ti aiuto io". La Verità toccata con le mani. L'uomo è fatto della sete di toccare, di vedere, di udire il Verbo della vita. Lo ricordava, in una sua poesia, il premio Nobel Milosz: "Sono solo un uomo. Ho quindi bisogno di segni sensibili. Il costruire scale di astrazioni mi stanca presto".
Nove giorni a vedere e toccare sassi. In fondo non sono altro che sassi. A Betlemme, a Nazareth, a Gerusalemme. Sassi ovunque. Tutti protetti da strati sovrapposti di civiltà antiche. Qui è passata la storia: romani, bizantini, musulmani, crociati, predoni di ogni razza, di nuovo musulmani. E poi ancora cristiani ortodossi o armeni, copti e maroniti. Oggi ci sono 40 riti diversi, a Gerusalemme, solo tra i cristiani. Ma non è un'accozzaglia di gente, quella che vedi. Ognuno sta lì orgoglioso di quel che è, della sua storia, della sua provenienza, delle sue tradizioni, della sua identitá.
Capisci di essere nel cuore del mondo. Nei secoli si sono avvicendati coloro che hanno tentato di preservare questi luoghi a coloro che invece hanno tentato invano di distruggerne la memoria. Cancellare il ricordo di quell'uomo morto in croce.Una terra tanto amata e venerata da più religioni quanto divisa e tormentata da un' infinità di problemi.
Accarezzare con le mani tremolanti la pietra levigata del SANTO SEPOLCRO, proprio lì, dove Gesù è risorto, è forse l'esperienza più forte del mio viaggio in Terra Santa. Gesù è anche a Chiavari, nella piccola città borghese in cui sono nato e cresciuto, lo so. A Gerusalemme è “solo” risorto, ma come non sentir il cuore scoppiare quando si è lì davanti? Come non sentire che è risorto per me? Per me.
La Chiesa del Santo Sepolcro, così come le altre decine di chiese viste in Terrasanta, non è bella, anzi.
Appena ti avvicini senti però calamitare il cuore verso ciò che custodisce. Entrando, sulla destra, c'è una scalinata molto ripida, che porta in cima alla collina del CALVARIO. Mentre sali non puoi non pensare alla sofferenza di Chi quella fatica l'ha fatta sotto il peso della croce, dopo essere stato torturato, deriso, ingiuriato.
Arrivi davanti ad un altare e vedi la roccia del Calvario, la roccia nuda, e quando ti inginocchi puoi mettere le mani dentro una fessura circolare, e toccare la roccia, la roccia vera del Calvario, proprio quella che c'era duemila anni fa quando l'hanno crocefisso. Tutt'intorno c'è penombra, tante candele e tante lampade illuminano discretamente le icone alle pareti. Lampade e icone tipiche delle Chiese ortodosse.
Poi si scende una scalinata e vicino, c'è il vero e proprio Santo Sepolcro. E' una piccola Chiesa nella Chiesa più grande. Io immaginavo fosse lontano chilometri dal punto in cui Gesù era stato crocefisso, invece è vicinissimo, 'a un tiro di sasso' dice il Vangelo, saranno al massimo trenta metri in linea d'aria. Entri nel primo ambiente, piccolo, al centro c'è una roccia, su cui è apparso l'angelo ad annunciare alle donne che Gesù era risorto, e poi ti chini, passi attraverso un'apertura stretta, ed entri nel cuore del mondo. Sulla destra c'è una pietra, la superficie di un altare, consumata da mille e mille mani, capisci che è successo tutto lì, proprio lì. Mi sono inginocchiato, ho baciato la pietra e l'ho accarezzata. Lo spazio è angusto, si sta al massimo in tre in ginocchio, e lì, nel cuore del mondo, ho affidato me, la mia famiglia, i miei amici. Qualcuno più in particolare. Il mio piccolo amico Mattia è stato il primo.
Cristo è risorto mi ripeto. Anche per me. Ora mi è un po' più chiaro. E questo mi rasserena.
E' difficile raccontare tutto, impossibile. Il viaggio è durato nove giorni ed ogni giorno è durato quaranta ore.
E poi Betlemme. Territori autonomi palestinesi, posti di blocco.
La porta della basilica è bassa e stretta. Fatta per impedire che i musulmani ci entrassero dentro a cavallo. La Chiesa della Nativitá è sporca, tenuta male, gestita da cristiani ortodossi, c'è aria di abbandono. Chissà poi perchè. Scendo piccole scale e a destra una piccola grotta. E' il luogo dove è nato Gesù. Un luogo più povero e semplice difficile immaginarselo.
Starei lì per giorni. Ma uscendo la commozione per la grotta del Gesù Bambino lascia spazio al mio orgoglio. Avrei voglia di una nuova crociata per riprendere i luoghi della nostra storia. Ma subito mi ricordo di chi, tempo fa, mi ricordava che all'intenzione buona accompagno sempre un metodo sbagliato. E infatti di quello che hanno fatto i crociati non è rimasto praticamente nulla. Quello che qui è rimasto è il lavoro dei francescani, quello che hanno costruito in secoli di presenza qui.
Custodito questi luoghi sacri, costruito scuole per tutti, aiutato tutti. Missionari veri con centinaia di martiri. Hanno testimoniato Gesù stando in mezzo alla gente.
Qui abbiamo conosciuto il priore, padre Pizzaballa, alla messa dell'ultimo dell'anno. Ho sorriso solo quando lo hanno presentato. Poi incantato nel sentirlo raccontare dei suoi fratelli e di sé, degli amici arabi e israeliani con un'umiltà a me sconosciuta.
E la speranza, da queste parti, ha le facce di coraggiosi uomini di fede che, ringraziando Gesù, qui non mancano. Uno era con noi, guida instancabile ed affascinante, padre Afif, cristiano maronita che ci ha accompagnato intelligentemente tutti i giorni. Perchè non ci ha fatto sprecare il tempo in un percorso turistico religioso di cui non sentivo il bisogno.
E poi Tiberiade. La piccola chiesa costruita sulla roccia in riva al lago dove Gesù chiese a Pietro: “mi ami tu più di costoro?” Qui fu il primo papa. Qui rinnovo, con i miei amici, la promessa battesimale. Al momento della benedizione al nostro amico padre Afif sfugge il tappo della bottiglia di Acqua Santa e mi lava. Sarà che ne ho più bisogno degli altri?
Il lago è stupendo, le sue rive sono a ridosso di una vegetazione ricca. Qui Gesù visse più di tre anni e compì molti miracoli. Credo che il tempo abbia cambiato poco o nulla da allora. Anche qui starei per giorni. Non si può.
A Gerusalemme abbiamo fatto la via crucis in mezzo ai suk arabi. Tra musulmani che frantumavano i coglioni per acquistare qualcosa, bambini urlanti, turisti che manco ci pensavano a fare un po' di silenzio. Ma credo che, come ci ha detto Afif, Gesù abbia attraversato la città con la croce sulle spalle in questo contesto, tra l'indifferenza dei più.
Ho visto tanti sassi. Ma sono sassi della mia storia, della storia di tutti. Della storia magnifica che ci ha preso dentro.
Tornando a casa ho la sensazione di stare venendo via proprio dalla mia vera casa.
                             
                                                                                        (con materiale tratto in parte da stranocristiano.it)






 Qumran - i rotoli del Mar Morto


 La Chiesa sulle rive del lago di Tiberiade- primato di Pietro


 Sfondo di Gerusalemme


 La Scala Santa - Salita al Sinedrio






Posto blocco palestinese

6 commenti:

Comment by Paolo Vites on 9 gennaio 2010 alle ore 10:54

il cuore del mondo. dove vuole essere il nostro cuore.

grazie

(anche per la maglietta dell'Ambrosiana Inter...)

anna on 9 gennaio 2010 alle ore 17:16

son rimasta col fiato sospeso...
un milione di grazie!

cri on 11 gennaio 2010 alle ore 14:43

...fiato sospeso e occhi pieni della bellezza che hai descritto e vissuto...
GRAZIE!

Comment by Fausto Leali on 12 gennaio 2010 alle ore 13:12

A parte la maglietta dell'Ambrosiana Inter, il resto tutto bello, grazie! :-)

Comment by Afifmakhoul on 14 gennaio 2010 alle ore 00:57

Il pellegrinagio in Terra Santa,per me e' un dippio valore, spirituale e umano si legge i segni dei tempi e una chiave per conoscere meglio cosa segnifica il cammino di FEDE.
Ancora di piu' quando incontro fratelli e sorelle in Cristo Gesu'.

Con affetto
P. Afif Makhoul

Anonimo on 17 gennaio 2010 alle ore 13:47

In questi giorni dal mio ritorno dalla Terra Santa i momenti di riflessione sono stati brevi (la
distrazione regna sempre) ma desiderosi di non perdere ciò che di bello ho vissuto laggiù per
ritrovarlo qua..
Non sono tornata galvanizzata dall’esperienza, tutt’altro, ho riniziato la mia vita camminando con le
cose soddisfacenti di sempre ma anche le difficoltà di sempre, con la reattività nelle circostanze e
con la realtà, la mia realtà che più che segno mi sembra una “stranezza” continua.
“Chissà perché” è la domanda che mi accompagna spesso e la risposta non soddisfa sempre…o
almeno ciò è quello che sembra a me..
Ma se Gesù è nato, vissuto, morto e risorto la, in Israele, dove ora sono solo in pochi gli israeliti ad
abbracciare quel Fatto accaduto (solo il 2% è cristiano), sarà una stranezza anche?
Tutta la Realtà accaduta 2000 anni fa come quella che accade sempre ora, perchè è così sempre
diversa da ciò che uno pensa reattivamente, immagina, spera?
Se un Fatto così eclatante è stato riconosciuto li, in quella terra, così da pochi, è così inattendibile,
misterioso, così “strano”?!?
Ma ringraziando Padre Afif nostra eccezionale guida..la Luisa scrive parole che sento anche mie:
“abbiamo condiviso, con te e fra di noi, Cristo stesso, siamo stati in Sua compagnia: questo fa del
nostro incontro un avvenimento eccezionale”.
Tornando alla vita di tutti i giorni,, negli occhi di chi mi vive intorno, una ulteriore risposta, la
mentalità in cui sono immersa profondamente lo conferma, tutto ciò che non riguarda quel Fatto li,
quella Nascita, quel Bambino, che non è paragonata a un Momento reale avvenuto 2000 anni fa e
presente ora, la circostanza vissuta e attesa con una speranza nostra, con una fiducia in qualcosa di
costruito da noi, alla lunga non regge..
C’è pieno il mondo ad iniziare da me, di dimostrazioni di distruzioni delle nostre convinzioni e
basterebbe solo un secondo di lealtà per dirsi che tutto ciò che si rincorre al di fuori di Gesù non
risponde al nostro desiderio.
Negli occhi di quei pochi in Terra Santa la certezza, invece (padre Afif, Soby, Luisa e gli altri amici
presenti li), la certezza che ciò che risponde è si una “stranezza” (per me che sono dura a capire..)
ma un Avvenimento eccezionale che uno attende, con cose precise, situazioni lavorative diverse,
nuovi incontri ecc..ma che tutto si modifica in qualcosa di non deciso, di non immaginato in quella
forma.
Questa “stranezza” di Storia è miliardi più grande di quella che è la mia percezione e non si stanca
di farmi vedere la bellezza …come laggiù in Terra Santa e come questa bellezza è possibile anche
qui in questo momento.…in questa “strana vita”. Silvia

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