Da un paese lontano

15:15 / Pubblicato da Alessandro /






                                                             Haiti, 08/05/2010


Allora partiamo dall’inizio... quando è successo il terremoto una mia amica, pediatra e con anni di esperienza in Africa, mi è venuta a chiedere delle divise da sala operatoria perchè doveva partire per Haiti assieme ad un chirurgo anche lui con esperienza in Uganda. Allora mi sono detto: perchè loro che sono molto più grandi di me si sono mossi subito ed io no?

Allora parlando con un amico gli ho detto del mio desiderio di dare la disponibilità per Haiti, e lui mi ha detto “Perchè no?” , e da li è iniziato tutto, fare la domanda per il passaporto, capire cosa sarei andato a fare, ecc ecc, e poi l’affetto dei miei amici che mi hanno sostenuto, da quelli di S. Marta a quelli del lavoro e tanti altri tra cui anche quelli con cui ho fatto le scuole, proprio come voi, lì al Maria Luigia di Chiavari.

Allora la mattina del 23 di aprile sono partito alle otto da Milano Linate, e dopo un ora ero atterrato a Parigi per poi prendere l’aereo che mi avrebbe portato a Pointpitre un isolotto sotto Haiti, e poi in un oretta sono arrivato a Port au Prince capitale di Haiti. Totale 18 ore e mezza di viaggio ....

All’arrivo rimango particolarmente colpito da quello che vedo, macerie ovunque e tanta gente per strada che chiede l’elemosina o che vuole portarti le valigie per qualche dollaro.
Ci viene a prendere Edoardo un amico di AVSI che è gia ad Haiti da un anno e mezzo,  con un esperienza in Congo, ci fa salire in macchina guidata da Crispen, un haitiano, e ci accompagnano a casa. La casa è bella, nello stesso stabile abita gente di più nazioni che lavorano per l’ONU.

Passiamo i primi due giorni con gli amici già presenti ad Haiti da un pò di tempo e ci raccontano che tipo di lavoro ci aspetta, ci passano le consegne per il lavoro futuro.

Arriva il lunedi mattina e ci accompagnano al primo campo dei tre che vedremo e su cui lavoreremo tutte le settimane, arriviamo a Park Boby, chiamato cosi dal nome del proprietario del terreno.
Ci vengono incontro Vito e la Clotilde che sono i due medici già presenti da 15 giorni e ci accavalliamo. Veniamo presentati subito a tutto il personale sanitario dell’equipe della santè, come si dice qui, ed iniziamo subito a lavorare.

Il nostro lavoro consiste specialmente nella ricerca dei bambini  malnutriti, dar loro terapie contro la diarrea e la febbre, segnalare il caso e cercare di seguirlo anche nei giorni successivi. La situazione non è delle più belle e quindi il lavoro è molto difficile, ma la cosa che dobbiamo fare soprattutto è insegnare alle ragazze che lavorano con noi come poter notare questi casi e poterli seguire con attenzione.

Il mare è molto lontano da dove sono io e una curiosità: pur essendo un isola quasi nessuno del popolo haitiano sa nuotare, non hanno la cultura del pesce, una cosa strana... , purtroppo i delfini di cui mi chiedevate non sono riuscito ancora a vederli ma se riesco cerco di fare una foto e mandarvela.

Spero di essere riuscito a rispondere a tutte le vostre domande.... Continuate a pregare per questo popolo che ne ha tanto bisogno. Noi possiamo solo provare a prendercene cura e se pregate fate molto di più di me che sono venuto fin quà, e anzi date una grande mano a noi che siamo qua....

Ciao Giacomo

1 commenti:

Comment by Paolo Vites on 15 maggio 2010 alle ore 18:42

ma allora ci sei andato davvero!

"Continuate a pregare per questo popolo che ne ha tanto bisogno. Noi possiamo solo provare a prendercene cura e se pregate fate molto di più di me che sono venuto fin quà, e anzi date una grande mano a noi che siamo qua"

grazie amico: che differenza che c'è tra chi si muove affidandosi a un Altro e chi invece va in giro per il mondo pretendendo di curare i sofferenti in nome di se stesso. Una differenza che si vede anche nei risultati

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