Ceriale, triduo di Quaresima degli esercizi studenti della Liguria, 1981. Li tiene don Negri (allora non ancora Monsignore) che alla prima lezione stupisce tutti impostandola sulla lettura di alcuni testi di canzoni di Bob Dylan. Sono quelle tratte dal suo disco a maggior contenuto cristiano, uscito alcuni mesi prima, intitolato Saved, "salvato". Be', pensiamo, è proprio bello essere qui. Al pomeriggio una testimonianza. E' quella di Maurizio Rizzi, da poco divenuto segretario di GS di Chiavari, e che per far ciò ha lasciato una promettente carriera di ingegnere. Sposato, con due figli, ci racconta come è bello e sensato obbedire a quello che la vita ti chiede - anche se per il "mondo una scelta così sembra pura pazzia - quando sei consapevole che questa obbedienza conduce allo svelarsi del tuo destino. Non so quanti di noi ragazzi allora avessero capite quelle sue parole, so che per anni Maurizio ci fu compagno, amico, padre con tutta l'irruenza, il suo essere a volte burbero, ma soprattutto con affetto incondizionato verso il nostro lento diventare adulti. Per qualcuno fu padrino di cresima, per altri testimone di nozze, per altri ancora padrino addirittura di battesimo. Quando si dice la paternità. Chiavari, fine luglio 2008. Al mattino abbiamo salutato Maurizio che ci ha lasciati chamato alla casa del Padre, chiamato nel modo esatto in cui aveva vissuto la sua vita: mentre stava dando la sua vita per l'opera di un Altro. E allora si chiariscono quelle parole che ci diceva quel pomeriggio di quasi 30 anni prima a Ceriale. C'è qualcosa di più bello che dare la propria vita per l'opera di un Altro? Alla sera, nonostante il dolore, un popolo intero si raduna silenziosamente per ascoltare le canzoni di Claudio Chieffo, cantate da suo figlio Benedetto. Misteriosamente si svela la trama di quel destino buono che ci guida, anche nei momenti di buio apparente. Anche Claudio è ormai nella casa del Padre. Forse Maurizio stasera ha preferito le canzoni di Chieffo farsele cantare direttamente dal suo autore, lassù in Paradiso dove entrambi adesso si trovano. Ma certo per noi, per i suoi amici, per la sua famiglia, queste canzoni ce li fanno sentire ancora presenti qua tra di noi. Ancora più di prima, se possibile. E' quello che accade quando diciamo "sì" al volto del Mistero. Mentre sto tornando a Milano, nella notte piena di stelle, sull'autostrada deserta, mi viene improvvisamente in mente il regalo che Maurizio mi aveva fatto per la cresima di cui mi era stato padrino. Era un disco di Claudio Chieffo. Sorrido, e il cuore si fa pieno di certezza mentre mi viene in mente una delle canzoni sentite poco prima: "Vorrei tornare bambino e guardare ancora il fuoco, la Storia più grande è il Destino che si svela a poco a poco. La notte che ho visto le stelle non volevo più dormire, volevo salire là in alto per vedere e per capire...".
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3 commenti:
Grazie Paolo, non lo ricordavo assolutamente piu’!
C’ero anche io nell’81, c’ero per la prima volta, avevo 14 anni.
E per la precisione eravamo a Peagna, in quella grande casa che sembrava dovesse cadere a pezzi da un momento all’altro… almeno io la ricordo cosi’.
Avevo sempre saputo che Maurizio aveva scelto di lasciare il suo lavoro per fare il segretario ecc., proprio come dici tu, e avevo anche la vaga impressione di averlo sentito raccontare da lui ma niente altro… invece adesso si che ricordo e mi torna anche un po’ in mente l’espressione della sua faccia mentre ce lo racconta.
Che meraviglia ritrovare quello che era perso. Grazie ancora, a presto.
"Shake the dust off of your feet, don't look back.
Nothing now can hold you down, nothing that you lack.
Temptation's not an easy thing, Adam given the devil reign
Because he sinned I got no choice, it run in my vein.”
queste parole, quelle di rizzi, le vostre e le canzoni di claudio sono quelle che m'han fatto letteralmente innamorare della vita!
Ieri a Forlì abbiamo ricordato i 50 anni di GS e poi CL. Tra due anni ricorderemo il primo campo di lavoro a Peschici nel Gargano. A quei campi venne un anno un gruppo della comunità di Chiavari/Sestri L. e tra essi c'era Maurizio, di cui ricordo la grandissima disponibilità e una profonda umanità. Poi - non c'era Internet allora - non ci siamo più rivisti, ma è vivo in me il ricordo di quella splendida persona (e la sua esclamazione "Zio Rotella"). Sapere che ora canta le lodi al Signore della Vita assieme agli altri amici che frequentarono quei campi fino agli inizi degli anni'70 - Claudio, Renzo, Tonino, don Francesco, don Battista, Dea, Annamaria, Giuliana, Roberto - rafforza la certezza del nostro destino ultimo.
Federico L. Montanari - Forlì
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