Due tipi strani

16:35 / Pubblicato da Alessandro /


Genova foce, dieci del mattino, 30esima o 40esima edizione del salone nautico, oramai ho perso il conto. Casino ovunque. E io lavoro proprio li a pochi metri, non ne posso più. E ovviamente stamani mi tocca muovermi per la città.
Aspetto pazientemente il "42", 20 minuti di attesa immerso nelle "polveri fini" di questa city. Umidità al 90%, ma non è arrivato l'autunno? Ovviamente sull' autobus posti a sedere zero, aria condizionata optional, finestrini sigillati, odori umani "pressanti". Sto attaccato ad un maniglione che mi fa venire alla mente l'albero della cuccagna unto di strutto.
A pochi metri due tipi strani. Lui avrà sessantanni, lei diciotto, venti, non so. Bassetta, rotonda. Down.
Anche bruttina per essere down, ma un viso estremamente simpatico.
Per nulla addormentata al contrario dei compagni di viaggio, anzi costringe il padre a tenerla stretta perchè lei è particolarmente irrequieta ma non agitata. Si vede che stanno proprio bene insieme, li osservo e sorrido. Che belli che sono. Li intorno qualcuno guarda curioso, qualcuno infastidito. E si, quei due sono proprio inquietanti. Disturbano la nostra visione "pulita" della vita.
Ma è troppo chiaro, quei due sono esageratamente più felici di quelle persone infastidite dalla loro presenza. Sorrido ancora mentre immagino di essere qui anch'io con Simo, in giro per la città. Fosse ancora qui.
Mmh..., beh, come dice un mio amico: se il cuore sanguina, lascialo sanguinare.
Proprio belli quei due, starei a guardarli per ore. Ma in piazza De Ferrari scendono, li saluto con lo sguardo e con il cuore. Lei è contenta, ride mentre trascina per la mano il padre che sembra un ragazzino pure lui, sereno. Molto più felici di tutti noi. Io continuo a sorridere come un cretino, li in mezzo alla gente. Valeva proprio la pena di alzarsi oggi. Cristo era li che sorrideva in quella bambina.
Come al solito, l' apertura del cuore all' inatteso mi porta anche pensieri strani: il genocidio dei bimbi down continua, ne vedete ancora in giro voi? Sono i più facili da eliminare. Ma Gesù era li oggi. E la Speranza ora è un po' più viva in me.

4 commenti:

Comment by Fausto Leali on 7 ottobre 2009 alle ore 09:28

Bellissimo. Grazie di cuore.

Comment by Paolo Vites on 8 ottobre 2009 alle ore 13:16

mi sa che anche loro, guardandoti, avranno pensato 'ma che tipo strano'.

grazie

Anonimo on 8 ottobre 2009 alle ore 22:44

Ieri sera Carron ci diceva:
La sfida è una verifica da fare dentro ogni fattore della mia vita e dentro ogni decisione intrapresa. È una sfida necessaria per dire: “io son Tu che mi fai” che nasce, che urge dalle viscere della vita negli aspetti più banali, è la promessa che c’è dietro ogni banalità, perchè è attraverso ogni banalità ci chiama Qualcuno, la questione è se noi accettiamo questa chiamata, sappiamo riconoscere in quella banalità, non solo il riverbero sentimentale, se mi piace o non mi piace, ma se arriviamo a un giudizio per riconoscere che c’è Qualcuno, e se questo aprirmi a questa possibilità cambia il modo di vivere.

silvia on 9 ottobre 2009 alle ore 08:37

Mi hai fatto commuovere alle 8,30 del mattino...comunque grazie

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