Quel vento gelido

08:17 / Pubblicato da Alessandro /

E se fosse tutto vero?

Dovessi restare solo, molto vecchio, affaticato da un cancro e dal tedio di vivere ancora; e se mai accadesse che, ricoverato nel reparto solventi di un ospedale romano, io mi buttassi dal quinto piano e perdessi la vita nella nera malinconia di una giornata di pioggia battente; potrebbe succedere che qualcuno scriva, come per Monicelli, che è stato “lo sberleffo di un laico”. Mandatelo affanculo Ferrara
Il vento dal nulla
Nel terzo film della serie "Amici miei" - quello diretto da Nanni Loy e non da Monicelli - c'è una scena che a suo tempo mi aveva colpito.
Gli amici, per una zingarata, organizzano un viaggio al Circolo Polare Artico. Ed ad un certo momento si trovano davanti l'oscurità fredda, il vento gelido che viene dal Polo. Il presentimento della morte, un nulla che inghiotte senza scampo e sempre più vicino.
Ma si riscuotono, e ripartono verso un altro scherzo pensato per allontanare da sè il pensiero di quel niente ghiacciato. Come aveva fatto il personaggio del Perozzi, nel primo film, con la supercazzola al prete venuto a confessarlo in punto di morte.
Lo scherzo per esorcizzare la paura del niente, la vita fallita. Non prendere niente sul serio.
Questa posizione mi è sempre sembrata un'emerita coglionata.
Se penso alle persone che ammiro, sono quelle che prendono tutto sul serio. Ogni cosa è da prendere seriamente perché ogni cosa vale; vale ed allo stesso tempo non ha valore in sé, perché è l'eterno che fa la sua consistenza.
Che ogni cosa abbia consistenza, sia fatta, sia impastata d'eternità rende possibile anche riderne; ma di un riso che vale, perché è l'allegria di chi sa che ogni cosa è salvata.
L'altro riso è un riso tragico e sarcastico. Che piano si spegne in niente.
Ti trovi vecchio, malato e solo in una grigia giornata di pioggia, con il freddo vento del nulla che ti gela le ossa. Tutte le illusioni cadono, e la realtà nuda ti mostra che da solo non ce la fai.
Puoi riconoscere che quell'eternità negata c'è, che tu e le cose avete un senso. O chiudere gli occhi, ancora, e buttare via l'ultima possibilità. Buttare via la vita, buttarla a quel gelido vento.
(SamizdatOnLine)

9 commenti:

Comment by Paolo Vites on 2 dicembre 2010 alle ore 13:39

Monicelli: "Io considero l’avvento del monoteismo, e del cristianesimo in particolare, come una sciagura per l’umanità. L’ebraismo era sì una religione monoteista, ma era rappresentato da una piccola setta che non rompeva i coglioni a nessuno. È stato san Paolo, il cristianesimo, a seccare il mondo intero.”

Monicelli ha dimostrato che senza cristianesimo si fa proprio una bella fine

Anonimo on 3 dicembre 2010 alle ore 13:18

qua di secco c'è il desiderio, così secco e congelato che è scomparso dalla vita, così secco per cui non si riesce a vedere più nulla...
anna

Anonimo on 5 dicembre 2010 alle ore 11:08

"Signori benpensanti
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi
Dio, fra le sue braccia
soffocherà il singhiozzo
di quelle labbra smorte
che all'odio e all'ignoranza
preferirono la morte."
Fabrizio De Andrè

Reciprocità: non obbligo nessuno a morire, che nessuno mi obblighi a vivere.

Comment by Paolo Vites on 6 dicembre 2010 alle ore 23:01

io rispetto molto il suicidio. quello che mi disgusta appena un po' sono le filosofie costruite sul disprezzo verso gli altri, quelli che pensano diversamente da te, filosofie
che poi si rivelano filosofie fallimentari.

cesare pavese che si è suicidato pure lui ha avuto ben altra dignità e ben altro rispetto nei confronti della vita e del prossimo.

la reciprocità poi è solo un alibi del politicamente corretto a tutti i costi.

Anonimo on 7 dicembre 2010 alle ore 10:45

Sono d'accordo con te nel rifiutare i sistemi di pensiero che negano e disprezzano ciò che è altro da te ma proprio per questo non capisco perchè bolli come "alibi del politicamente corretto" il principio di reciprocità. Mi sembra che alla base ci sia invece un semplice ragionamento logico, quasi elementare, che in un mondo civile dovrebbe essere, se non scontato, almeno largamente condiviso.
« Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.» C.Pavese Anche qui c'è reciprocità.
Ciao
Andrea

Comment by Paolo Vites on 8 dicembre 2010 alle ore 12:12

ma sulla vita non ci può essere reciprocità

Anonimo on 8 dicembre 2010 alle ore 14:47

Caro Paolo,
come molti uomini non ho fede ma non sono a priori chiuso e insensibile davanti al mistero.
(e la vita come la morte indubbiamente lo sono)
Quello che non sono in grado di accettare e forse anche di capire fino in fondo è la sicurezza delle prese di posizione nette di alcuni di coloro che hanno fede.
"Lasciati illuminare dai tuoi dubbi" S.Agostino
Credo che questo possa valere per tutti.
Comunque continuerò a meditare e a cercare risposte.
Grazie davvero per il confronto.
Ciao
Andrea

Comment by Paolo Vites on 8 dicembre 2010 alle ore 15:42

ma grazie a te per le intelligenti provocazioni.

i dubbi sono ok fino a quando non diventano chiusura davanti alla realtà e alla vita. sono ok se aiutano a spalancarsi alla vita. a sant'agostino io preferisco leonard cohen :-) "c'è una crepa in ogni cosa ed è da lì che passa la luce". la crepa possono anche essere i dubbi

Comment by giacomo on 14 dicembre 2010 alle ore 10:09

il problema della vita è vivere... e vivere obbedendo, e si può obbedire solo di fronte ad uno che ti vuole bene. il suicidio è semplicemente il non riconoscere qs, dopo giuda pietro ha tradito, ma a differenza sua ha pianto ammaramente. (poi la misericordia di Dio è più grande di tutti i nostri discorsi) ciao giac

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