La storia di ciascuno di noi è qualcosa sempre di unico e misterioso. Affascinatamente misterioso. Nelle mie vacanze estive c'è qualcosa che riguarda un pò tutti. Agosto 2008, tre settimane abbondanti di ferie hanno inizio. Novità? Nessuna. La spirale negativa che ha investito l'economia mondiale a casa mia è arrivata quando ero piccolo. Anche quest'anno non ci muoveremo, le ferie si trascorreranno a Chiavari (che vabbè non è Malibù ma neanche Quarto Oggiaro). Imprevisto. Per tre settimane ospiteremo gli amici della famiglia Vites. 85 mq. (ma un giardino), otto cristiani (nove nell'ultima settimana). Gli spazi sono quello che sono, il bagno occupato quando ti serve proprio, il divano che ospita bambini sudati che pare si crogiolino al sole della costa smeralda, le loro voci cosi squillanti che a volte vorresti schizzar fuori ad imitar Weismuller per coprire come Tarzan tutto quanto. In quelle voci acute che sembrano inseguirsi durante tutto il giorno, a volte sembra di sentire anche quella di Simone, sicuramente partecipe dei piccoli, minuscoli ma, voglia Dio, inarrestabili cambiamenti del suo papà. Certezze? Un'amicizia che nella condivisione di tutto ti fa avere più cura persino di te stesso. D'altronde la mia storia è fatta dell'esperienza di essere amato ed accolto. Qualcuno ha disposto cose, fatti, uomini e sentimenti per realizzare un bene al quale non puoi non aderire. Dare la disponibilità di quello che hai non è essere buoni e bravi, è condividere quello che hai avuto perchè è qualcosa di cui non puoi fare a meno. E ne sei contento. C'è stato nella mia vita, chi mi ha testimoniato che l'Accoglienza (di un bimbo o di un vecchio, di un handy o di un amico) è l'unica modalità di un rapporto umanamente degno, perchè rende evidente il fondo della questione, porta a galla a chi appartengo e in chi consisto, il limite e cosa lo supera, insegna perchè l'altro ha così tanto a che fare con me. E poi, quella persona. Quella che un giorno davanti a Dio hai giurato di onorare e di esserle fedele sempre. Si quella è, volente o nolente, la primissima forma di accoglienza ed è normalmente anche la più difficile perchè è stringente e senza tregua, condividere tempi e spazi che di solito sono esclusivamente "tuoi" con gli amici, ti educa e ti fa fare un lavoro che altrimenti non faresti. E alla fine non ti è stato tolto nulla, anzi. Grazie ai nostri amici per aver trascorso le loro vacanze con noi e non a Malibù!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commenti:
cosa c'è che non va a Quarto Oggiaro?? vabbé l'anno prossimo la famiglia Vites vi invita nella loro villa di Malibu... grazie per l'accoglienza, in fondo nella vita basta dire di sì alle circostanze, tutto il resto viene da solo... un abbraccio dal Meeting, l'evento più formidabile che una persona possa incontrare.. sto andando a sentire John Waters che l'altro giorno ci ha onorato della sua partecipazione al nostro piccolo incontro...
Posta un commento