Se la creatività che salverà il mondo è quella della rana crocifissa preferisco l’osteria. Quattro o cinque amici a casa di uno di questi, cena e i soliti aneddoti che non sai mai cosa è vero e cosa frutto di un rutto malcelato.
che fantasia al potere. Il giorno dopo verifico, è così. Chi non ci crede cerchi su internet o vada a vedere di persona (ma raccomando la prima soluzione specialmente alle signore che amano mostrare grossi crocifissi soffocati nel vistoso decolté).
E’ il 29 agosto anno di grazia 2008, Stazione di Milano.
Il treno che volevo prendere è pieno di milanesi vogliosi di raggiungere la Liguria, aspetto il successivo e per ingannare il tempo compro il Corriere della Sera (Libero l’ho già letto al mattino e Il Foglio non c’è più), mi rifilano alla modica cifra di 1.50 Euro 60 pagine di articoli melassosi + un pacco di carta patinata tenuta insieme da un generosa dose di colla (arguisco si tratti di un magazine allegato al corriere). Non avendo niente di meglio da fare comincio a
sfogliare l’imponente plico.
Nel Magazine trovo tra le prime pagine un articolo di grande spessore culturale che non
nasconde una certa ambizione da profeta laico dell’autore (c’è anche la foto di un tizio a cui
cresce l’erba in testa). Il sunto è: la creatività fa la differenza fra l’uomo e la bestia, il team
creativo (la versione moderna dell’avanguardia proletaria?) è l’unica speranza di salvezza
dell’umanità. Chi non ci crede legga l’articolo, se non lo trovate e vi interessa (ma spero per
voi abbiate di meglio da fare) ho conservato il foglio.
Cominciano a girarmi leggermente, salgo in treno e passo alla lettura del giornale di via Zolferino (come direbbe padre Livio) Corriere della Sera del 29/08/08 articolo a metà giornale, premessa: ne avevo sentito
vagamente parlare ma non so quasi niente della vicenda. Sunto del vigoroso pezzo giornalistico: nonostante le proteste degli integralisti cattolici e dei soliti politicanti in cerca di voti la genialmente estroversa rana crocefissa potrà continuare a beneficiare non so quale museo di Bolzano della sua presenza, garantendo speciali benedizioni apostoliche e un sicuro successo nella necessaria lotta all’ipocrisia delle apparenze. Scopro inoltre che la simpatica bestiola tiene in una mano un boccale (che io mi immagino di birra) e nell’altra un uovo…. se non sembrasse blasfemo verrebbe da dire croce e delizia.
D’altronde l’astuto giornalista fa anche notare come sia proprio per sconfiggere l’ipocrisia del mondo moderno che la divina rana è stata generata dal grande artista di cui in questo
momento mi sfugge il nome (e da me subito ribattezzato “il padre della rana”, ma sul quale
non infierisco perché dicono sia andato a far parte dei più).Chi non ci crede legga l’articolo,
mentre scrivo ho il giornale sotto mano, se mi ricordo conserverò anche quello.
Ora io ho sempre detestato i farisei della prima panca (infatti quando vado in chiesa cerco
sempre di stare in fondo), tutta la mia simpatia è sempre andata al poveraccio che non
riusciva mai a infilarsi per primo nella piscina di Betzaetà e perciò è rimasto li come un pirla
per 38 anni (quella dove di tanto in tanto un angelo agitava le acque e il primo che vi si immergeva dopo l’agitazione guariva da qualsiasi malattia fosse affetto)
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1 commenti:
bella lì nicola... direi che scrivi meglio di quanto canti... per quanto riguarda il genio creativo contemporaneo, per citare Zimmerman, è da tempo che è finito giù nelle fogne...
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