Cari amici,
“P.Aldo, credi tu questo?” mi sento chiedere in questo momento da Gesù, mentre ho il cuore spezzato guardando il cadavere di mia figlia Alice, appena morta, a 22 anni e mentre stringo al mio petto la piccola Yasmina, la più grande dei suoi tre figli. Yasmina vive con me insieme ad altri 20 bambini della casetta di Betlemme. Ha 8 anni. Ho raccolto Alice dalla strada distrutta dall’AIDS. Sola al mondo, usata e abusata da tutti. Entrava e usciva dalla nostra clinica. L’amore per lei è sempre stato grande, ma la sua libertà ha spesso chiuso gli occhi e come il figlio della parabola alla fine seguiva i suoi pensieri. Però sapeva sempre che il mio cuore era con lei. E così dopo mesi è ritornata, ma per morire. Era molto bella e adesso che la vedo qui al mio fianco morta è ancora più bella . La morte, quando la misericordia di Dio entra nella libertà umana trasfigura anche il corpo, mostrando il “già” della risurrezione. Yasmina è qui con me e la mamma adottiva Cristina, la mamma dei 20 bambini. Le ho chiesto, mentre stretta a me mi fissava con i suoi bellissimi occhi neri: “dov’è la mamma?” e lei: “in cielo”. Abbiamo recitato assieme il rosario e poi l’ho mandata coi suoi 20 fratellini della casetta di Betlemme. Non una lacrima lei, a differenza di me. Ma conoscendola so che il suo piccolo cuore ha conosciuto solo il dolore da quando è stata concepita. Che dolore per me!! Si, perché la verginità rende l’uomo padre come nessuna altra vocazione al mondo. Sento fisicamente il dolore, per cui mi viene da chiedere a Gesù come a Marta: “se tu fossi stato qui…”. Ma Lui mi risponde: “P.Aldo, Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in Me non conoscerà la morte. CREDI TU QUESTO?” “Si, Signore, credo, come credo che non c’è niente al mondo che impedisca questa certezza: né la depressione, né il cancro, né l’AIDS. A fianco di Alice giace morta per un cancro Carmen, di 53 anni, mentre nella camera a fianco dell’obitorio sta morendo Susanna, una signora rimasta sola al mondo dopo un incidente aereo, che cadendo sulla sua casa le ha ucciso i suoi 5 giovani figli, il marito e tutti i parenti. Quanto dolore! Eppure vedo in me come la familiarità con Cristo, perché questo è il problema, pur nel grande dolore-perché quanto più sei cosciente di essere tutto di Cristo senti tuo ogni dolore dell’uomo- vivo la certezza della positività del reale. Alice grazie all’AIDS ha lasciato la strada, è venuta qui e qui ha incontrato Gesù. Quando avevo letto il suo diario personale ero rimasto sconvolto di tutte le violenze di cui era stata oggetto dalla nascita. Eppure Dio che non dimentica nessuno dei suoi figli, l’ha condotta qui, dove ha visto il Suo volto e guardando il volto di Dio è morta. Cari amici, ho davvero una grande grazia, la grazia della speranza che è già visibile in me e nei miei moribondi del Paradiso, del compiersi della mia e tua umanità. L’altro giorno nella scuola di comunità con gli ammalati terminali ancora “abili” Marziana, una bella ragazza di 20 anni, già verso la fine, ha detto “ringrazio Dio di essere qui, in questo luogo, perché vedo che la speranza è un fatto presente, è l’aria che respiro. Sono contenta e offro tutto a Gesù”.
Amici, per me la scuola di comunità sulla speranza la tocco con mano. E’ come se la morte quotidiana dei miei moribondi mi facesse toccare fisicamente ogni parola di Giussani e di Carron. Allora, anche le notti insonni, il malumore, la fatica, le difficoltà, la drammatica situazione del paese con il caos del Presidente-vescovo (ex-vescovo) che come e peggio del terremoto sta sconquassando la Chiesa e la società, tutto diventa possibilità di dire: “…ma Cristo è risorto”. Risorto a tal punto che domenica una delle nostre infermiere ha voluto sposarsi dopo 10 anni di concubinato qui nella clinica, circondata da noi che portiamo i segni della morte negli occhi. E l’ha voluto perché qui-parole sue-ha incontrato la fede, la speranza e la carità.
Con affetto
P.Aldo
Amici, pregate per me perché veramente come dice S.Gregorio “… se non fossimo Tuoi saremmo creature finite” e sfinite.
Guardate la foto
“Dov’é o morte la tua vittoria?!
1 commenti:
Ho messo anch'io sul mio blog questa lettera di padre Aldo... e mi sono accorto solo dopo che abbiamo usato lo stesso titolo..
Ma non ho voglia di cambiarlo, perché qui non si tratta di essere originali, ma di vivere un'esperienza che é, al fondo, un sentire corde dell'anima vibrare all'unisono.
E padre Aldo é sempre un aiuto enorme, che accresce la nostra unità.
Un abbraccio agli amici di Simone
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