Pasquetta, porchetta. E gli amici

09:17 / Pubblicato da Paolo Vites /

Autostrada, e già ancora prima di Rapallo la macchina si ferma, insieme a centinaia di altri. Tutti in coda, contro esodo pasquale. Dietro, nei sedili posteriori della macchina, la bambina di 6 anni comincia a piangere. Prima sommessamente, poi a dirotto. Ha nostalgia degli amici che ha appena lasciato, neanche una manciata di minuti prima. Gli mancano gli amici, gli amici di Simone. E allora la bambina piange, perché è la nostalgia del bello che dà la misura delle cose, la misura della realtà. Quella realtà che non ci basta mai. La misura del nostro cuore che anela a quell’abbraccio che ci prenda, che prenda tutta intera la nostra vita. La realtà imperfetta del nostro essere uomini è un cuore che anela al bene, che vorrebbe già adesso la pienezza del paradiso. Anche a 6 anni. Eccoli, gli amici di Simone. Finalmente li vediamo all’opera, dopo averli visti tante volte su questo blog, nelle foto, nei racconti. Oggi siamo stati anche noi in mezzo a loro, e abbiamo visto come è bello stare insieme a loro. In un luogo dove accadono le cose, si tocca con mano la semplicità e la bellezza di una compagnia che anela al vero. Come sedersi al tavolo e parlare con un’amica che vedi solo due volte all’anno dell’educazione dei figli: “Come possono i nostri figli incontrare Gesù?” ci diciamo. “Giussani era così certo” dice lei “che se i figli ci sono, essi sono già accompagnati. Il resto è un di più”. Poi rivedi amici, vecchi amici, quello che non vedevi più dal giorno del tuo matrimonio, quello con cui hai condiviso un anno, anzi meno, di vita in appartamento a Milano. Ed è come se ci si fosse lasciati solo ieri. Perché dentro l’abbraccio della compagnia al destino, nulla è lasciato in sospeso. Bisogna solo far sì che riaccada, ogni giorno. Intanto gli amici di Simone preparano la porchetta, i ravioli e le frittelle con il gelato. A casa, la bambina non piange più. La coda è finita, l’autostrada anche. La bambina vuole scrivere una lettera agli amici di Simone, alla Benny e alla Sara soprattutto. Tre righe, nella sua calligrafia incerta, per dire che vuole loro bene e che spera di rivederli tutti presto. È questa, in fondo, l’educazione dei figli. Permettere loro di incontrare quella realtà buona - che esiste - e accompagnarli al loro destino. L’amica con cui parlavi ieri ti ha mandato una e-mail. C’è dentro un testo di Sant’Ambrogio, molto amato dal Gius. Lo conoscevi bene, ma gli amici sono quelli che ti ricordano di continuo l’essenziale: “L’educazione dei figli è impresa per adulti disposti a una dedizione che dimentica se stessa, ne sono capaci marito e moglie che si amano abbastanza da non mendicare altrove l'affetto necessario. Il bene dei vostri figli sarà quello che sceglieranno: non sognate per loro i vostri desideri.(…) Non pretendete dunque di disegnare il loro futuro: siate seri soprattutto che vadano incontro al domani di slancio, anche quando sembrerà che si dimentichino di voi.Non incoraggiate ingenue fantasie di grandezza, ma se Dio li chiama in qualcosa di bello e grande, non siate voi la zavorra che impedisce di volare. (…) I vostri figli abitino la vostra casa con quel sano trovarsi bene che ti mette a tuo agio e ti incoraggia anche ad uscire di casa, perché ti mette dentro la fiducia in Dio e il gusto di vivere bene”.

3 commenti:

Anonimo on 14 aprile 2009 alle ore 16:25

Grazie...vederti e parlarti non è mai un caso, come la grande compagnia che ci accompagna !
Com è bello il mondo e com'è grande Dio!

anna on 14 aprile 2009 alle ore 17:09

Che spettacolo ieri! Anche solo per quei minuti che son riuscita a stare...
non mi ha lasciato come prima e son tornata a casa con un tesoro!
Ciao a tutti, alla prossima!

ps (a parte la faccia della porchetta...)

Anonimo on 14 aprile 2009 alle ore 18:23

grazie Paolo di tutto quello che scrivi e che riesci a suscitare in me ,io sono molto piu' bravo ad agire che a scrivere o a parlare ma sono sicuro che quello che la nostra compagnia suscita in tutte le persone che incontriamo non sia per caso ma Gesu' vuole cosi( anche tra ravioli e porchetta , una birra e un bicchiee di vino ecc. ecc. )perche nel mio volto nei miei sguardi negli abbracci lo si possa Vedere e Riconoscere e non sia solo " bello ragazzi andate avanti cosi'" ma sia proprio la carezza del Nazareno su di me e sulle persone che ho la fortuna di incontrare un grosso abbraccio e alla prossima Angelo B.

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