Miracolo a Milano

15:16 / Pubblicato da Paolo Vites /

Questo video rende solo parzialmente giustizia. Bisognava esserci. In Piazza Duca d'Aosta a Milano, per intenderci quella della Stazione Centrale e del Pirellone, uno dei luoghi più caotici, sporchi, pericolosi, da paura insomma, di una città che fa già paura e che di umano ha sempre meno. Aspettavo un amico che doveva arrivare in stazione. Mentre camminavo vedevo gente, di tutti i tipi, il marocchino, il barbone homeless, l'albanese in stracci, la ragazza in elegante vestito da carriera, il taxista, lo studente squattrinato, il top manager, insomma tutta l'umanità che a Milano ti corre sempre accanto con fastidio e di fretta. Tutti con il naso all'insù. Mica uno o due, centinaia di persone bloccate in un quadro surreale. Come se il tempo non esistesse più. Nessuno che correva più. Sembrava una scena di Miracolo a Milano, e l'ambientazione ci stava pure. Molti avevano tirato fuori l'ormai usulae iphone o la telecamerina e filmavano e fotografavano. Che succedeva? L'invasione degli ultra corpi? Aerei suicidi come già tristemente successo proprio qui, sul Pirellone? L'apocalisse? No. E' che tutti, me compresi, si erano dimenticati delle loro urgenze e di sé stessi per ammirare uno spettacolare volo di migliaia di rondini, in stormi diversi che si incrociavano fra loro e disegnavano incredibili geometrie nel cielo. E seppur migliaia nessuno si scontrava con l'altro, si incastravano a perfezione come se seguissero rotte certe solo a loro stessi, senza timore alcuno, rotte disegnate per loro da qualcun altro. Uno si trova a pensare: aeroplani costruiti dai più ingegnosi geni umani non saprebbero fare altrettanto. Si schiantaterebbero, anche due o tre e non migliaia come in questo caso, fra di loro. La natura invece ha più conoscenza della realtà di qualunque genio umano. Due: vedere centinaia di persone, anche se per pochi istanti, ferme a guardare in alto, a guardare su, a guardare oltre se stessi con stupore, è miracolo, è segno di trascendenza. Miracolo a Milano. La mostra misura è spazzata via da qualcosa che si impone. Qualcosa oltre a noi, qualcosa che fa guardare oltre. Qualcosa che sta lassù e a cui aneliamo, qualcosa che ci riempie di semplice bellezza, anche se per pochi minuti, nella brutta Piazza Duca d'Aosta di una grigia e minacciosa Milano.

1 commenti:

cri on 12 novembre 2009 alle ore 14:16

SPETTACOLO!
come la vita! se faccio da me... un disastro, lo schianto!
seguire e lasciarsi fare da Chi permette il volo ordinato delle rondini, direi che conviene.
Grazie in queste faticose e tristi giornate mi hai fatto alzare lo sguardo.

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