Rimini, il Meeting. Storie di ordinaria follia

20:22 / Pubblicato da Paolo Vites /

Raccontare cosa è il Meeting per l'amicizia fra i popoli di Rimini in poche battute è impossibile. Bisogna esserci, tra le decine di migliaia di persone accaldate che fanno la fila per partecipare a un incontro o anche solo per mangiare, per capire qualcosa. E anche 29 anni dopo la prima edizione, è sempre una cosa nuova. Capita, ad esempio, che mesi prima leggi il programma e pensi, con il tuo solito cinismo da quattro soldi, "bah quest'anno non c'è un granché di interessante". Poi vai lì, partecipi a un incontro, magari quello con Bersanelli, un astrofisico che ha il compito di spiegarne il titolo (O protagonisti o nessuno) e ti cade la mandibola davanti a una testimonianza di stupefacente realismo: l'uomo è zero davanti alla grandezza dell'universo che risponde a un ordine preciso. Siamo fatti, non ci facciamo da soli. Il Meeting è il luogo dove si rende evidente la ragionevolezza della fede cristiana. Evidente, toccabile, gustabile. Per chiunque voglia accettare la sfida. No, anche se quell'alto esponente del PD ha detto che il Meeting ha rubato il posto alla festa dell'Unità, il Meeting non è la festa dell'Unità. E' la festa della vita e non delle ideologie. Ascolti ad esempio tre donne africane, di cui una malata di Aids. Una, bellissima ed elegante nei suoi vestiti tradizionali dice: "Sapete, io sono un po' folle e vorrei che dopo questo incontro tutti voi usciate di qui folli come me". Le hanno ucciso 62 membri della sua famiglia durante una delle tante guerre del suo Paese, eppure lei parla con un sorriso grande così, la follia che è solo del cristiano che poggia tutta la sua speranza su un Altro. Da allora ha già salvato la vita a 10mila bambini con la sua opera di accoglienza. Altro che strategie politicamente impegnate delle Nazioni Unite. E Vicky, una che è malata di Aids e che ti dice con semplicità sconcertante: "Pensate che il miracolo della resurrezione di Lazzaro sia stato una cosa grande? Volete vedere un miracolo così? Guardate me, io sono un miracolo". Perché da una che si stava lasciando morire nella disperazione, ha detto di sì a una sconosciuta che le ricordava che la sua malattia non è grande come il suo valore di persona. Ha ripreso a vivere, è risorta, adesso è lei che salva gli altri. Sì, è possibile vivere così. E' possibile cambiare la storia del mondo, anche se nel nostro opulento e bastardo mondo occidentale cercano di ucciderci ogni giorno con il nichilismo dell'ateismo da quattro soldi. Ad esempio, puoi essere un importante giornalista che fa la bella vita insieme alle rock star e intanto ti stai uccidendo giorno dopo giorno con l'alcolismo. E' quello che è successo a John Waters, che nell'incontro a due con Magdi Cristiano Allam davanti a 15mila persone è riuscito a rubargli la scena, e non è cosa poco rubare la scena a uno come Magdi. Lo ha fatto dicendo una robetta così, da poco: "Se oggi fossi seduto in un bar a bere un caffé ed entrasse Gesù, saprei riconoscerlo?". No, perché la cultura moderna spacciata come libertà ha ucciso la nostra capacità di riconoscerLo, ci ha fatto credere di essere persone onnipotenti che non avevano più bisogno di Lui, e ci stiamo uccidendo con le nostre mani. Il Meeting è davvero sconcertante nella sua testimonianza di cose dell'altro mondo in questo mondo. Ad esempio stai facendo la fila per la mostra dei carcerati e uno di loro si mette a parlare con te, raccontandoti di come sia felice dell'esperienza di accoglienza e amicizia che sta facendo in carcere. Poi il giorno dopo vedi la sua foto in prima pagina di un giornale abbracciato a Vicky, e leggi che è un ergastolano condannato per omicidio. Un altro miracolo vivente, come Lazzaro, come Vicky. Dirà: "Non vedo l'ora di tornare in carcere per raccontare le cose belle che ho visto al Meeting".E' possibile vivere così. Ed è possibile, al Meeting, che uno come John Waters acconsenta a partecipare alla tua (la mia e di alcuni amici) piccola presentazione in un angolo della Fiera, e dire alcune cose delle più commoventi che tu abbia sentito dire. Perché, o protagonisti, o nessuno. E un protagonsta è uno che accetta di coinvolgersi con il Mistero, ovunque esso si manifesti, senza balle o menate, dicendo di sì, anche accettando di partecipare alla presentazione di un libro scritto tutto in italiano. Potrei andare avanti per giorni, magari lo farò in un altro post sul Meeting. Adesso chiudo, sorrido e penso che ho un amico in più, John, uno che ha detto di sì al Mistero e la sua vita è cambiata.

3 commenti:

Comment by Fausto Leali on 3 settembre 2008 alle ore 17:16

Meno male che ti posso leggere anche qui...another great post: grazie!

Comment by Paolo Vites on 5 settembre 2008 alle ore 10:28

bella quella foto nel quadro, non l'avevo vista al Meeting

Comment by Fausto Leali on 5 settembre 2008 alle ore 18:16

nemmeno io... peccato, perché sembra che fosse l'unico posto dove non si faceva la coda
:-)))

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