La prima pietra. (Lettere dal carcere)

12:01 / Pubblicato da Alessandro /

Le dieci di sera di martedì 4 agosto 2009

Amici carissimi,

sono davvero lieto che oggi mi abbiate scritto di nuovo, e con oggi (4 ago) intendo il giorno in cui ricevo a mano la lettera di Maurizio e Alessandra C.. Prima c'era stata la lettera di Francesca T., altro scritto tanto gradito quanto delizioso, ma sempre preceduto dall'attenzione e dalle preghiere di voi tutti. Devo dire che mi piacciono moltissimo queste sorprese da parte vostra, oltre che per le cose che mi dite, anche perchè per istinto mi confortano. Mi confortano perchè la cosa peggiore che può capitare ad un uomo che, come me, rimane molto tempo da solo è di non avere più molta immaginazione, ma voi, non interrompendo il cordone ombelicale con quell'irripetibile esperienza delle torte fatte in onore di Simone, fate in modo che la mia fantasia rimanga sempre viva e, in questo modo, mi tenete legato alla vita. Del resto voi non potete immaginare quante cose io so di voi perchè Vincenzo e altri mi raccontano, in cui voi apparite come una forza benefica e piena di responsabilità per noi. Perdonatemi anzi del mio silenzio e della mia tristezza, ma è tutta colpa delle pubbliche sciagure se fino ad oggi non mi sono degnato di ringraziarvi con uno scritto. Nell'ultimo periodo mi sono ritrovato senza verve e senza forze, ho attraversato una condizione di gran lunga peggiore delle precedenti, perchè senza aspettarmelo ho visto polverizzarsi tutte le aspettative processuali che mi ero creato. Mi ripetevo, allora, che la vita per me in questo stato, la vita così non è vita. E a che serve essere ottimisti se non esiste rimedio?

Non ho mai pensato di cedere alla tentazione di una depressione, sia chiaro, ma cercate di capirmi: che fai quando ti senti solo e così insicuro di tutto? Quando provi un profondo senso di smarrimento e di disperazione? Dove andare, che fare, che dire ai figli, che dire a se stessi? Riuscite a capire quanto può essere amaro per un uomo colpito da un dramma personale di così grande portata? Si guarda il mondo come da una finestra. Da un lato si vedono persone felici, senza pensieri, e dall'altro si vede se stessi: non è facile da accettare. Per carità, non merito di essere compianto nemmeno da voi, perchè al punto in cui sono ci sono voluto arrivare io, però credetemi che si aprono ferite non facili da medicare. Ci sono soprattutto famiglie che pagano il prezzo di decisioni insensate. Ci sono figli cresciuti senza genitore che soltanto adesso cominciano ad elaborare l'enormità di quanto accaduto. E lo fanno da soli, sulle loro spalle, lottando con un imbarazzo difficile da ignorare. Questa è la verità prevalente che mi rendeva così cupo, al di là del fatto che in tutta la mia vicenda non c' è un discorso, non c'è una parola che odori di giustizia, d'intelligenza, di buon senso. Poi c'è stata la mobilitazione che sapete, tante persone che si sono schierate dalla mia parte, sicchè in essa ho trovato la forza per uscire dall'apatia in cui stavo per sprofondare e, buon Dio, ora sfiderei tutte le forze dell'Inferno, sapendo di poter contare sul vostro appoggio e sulle vostre preghiere. Ma ho verificato ancora una volta che quando uno dipende dagli altri in tutto, beh, perde la capacità di essere se stesso, perde la razionalità, perde tutto. E se non trova il giusto aiuto, finisce per perdersi.

In generale, io evito sempre di valutare chiunque fondandomi su ciò che si suole chiamare intelligenza, bontà naturale, prontezza di spirito, perchè so che tali valutazione hanno ben scarsa portata e a volte si rivelano ingannevoli. L'opinione che mi sono formato, tuttavia, è che la gioia nella vita venga soprattutto dalle persone che incontri -se trovi quelle giuste- e da tutti i pezzetti che ho messo insieme, ho capito che voi lo siete. Anzi, lo dico perchè mi da molta soddisfazione farlo, voi siete senza confronto le persone più gradevoli e concrete che io abbia mai visto operare in carcere. E non lo penso solo io, in molti qui, dicono che avete lasciato il segno.

Qualcuno potrà obiettare che è piuttosto comune diventare emotivi dopo un'esperienza come la mia, ma tutto ciò che io e Vincenzo abbiamo ricevuto da voi, amici, non ha prezzo. Prendete le lettere che mi avete scritto: sono deliziose per il tono di dolcezza e di fiducia che vi regnano, personalmente le ho trovate oneste e sincere come il vostro animo. Anche oggi, infatti ero cupo, triste, sofferente, ma poi ho ricevuto la seconda lettera portatami da Francesca, l'ho letta, e ho brillato per il resto della giornata. Ve lo farei domandare a Ernesto, se sia vero oppure no. Allora, non so se voi siete fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni; non so se quello che dite nelle vostre preziose lettere sia solo un'illusione gonfiata dalla speranza; non so nemmeno se dico queste cose perchè la mia vita ora è ridotta a un centimetro quadrato e questo condiziona concretamente le mie vedute; ma tutto quello che so è che vi voglio bene più della felicità e del piacere, di questo siatene certi, perchè voi mi tenete in vita come niente e nessuno al mondo. Francesca S. è una persona piena di sorprese, d'accordo, non la scopro certo io anche se ho avuto la fortuna di constatarlo personalmente, ma di sicuro siete stati voi tutti, insieme, che avete smosso le acque del mio immobile stagno, facendomi l'onore di credere che sono rimasto incastrato ingiustamente nella sentenza che ho subìto. Questo significa che Dio c'è, che mi vuole bene, che nutre per voi una profonda stima, se vi ha messo sulla mia difficile strada. E c'è da capirLo: le persone virtuose e sincere sono talmente rare, che non si finisce mai di apprezzarle e usarle per fare il bene. Credo perciò anche alle virgole che parlano di voi.

Un'ultima cosa: mi sono riconosciuto in Francesca T., quando nella sua lettera ha accennato al vuoto lasciato da Simone. Capisco quanto sono importanti i figli, io ho cercato di sopportare tutto soprattutto per il mio Emanuele, che si preoccupa molto per me. Perciò un fattore ha pesato più di ogni altro sulla mia decisione di accettare il vostro aiuto, quello che questa donna e suo marito hanno sofferto veramente. Ho pensato che solo persone in questa situazione potevano capire la mia e intuire il mio inferno, e con loro tutti gli amici che hanno aderito all'Associazione, i quali, svolgendo una gran quantità di lavoro serio per altri bisognosi, non hanno fatto sentire inutile una perdita così importante. Ebbene, grazie a tutti voi per non avermi fatto cadere in quello stato di inerzia che non mi avrebbe permesso di essere grato per ciò che mi viene dato.

Non so per quanto tempo dovrò mangiare questa pasta scondita e dormire in letti scomodi, ma vi assicuro che se un giorno avrò la possibilità di dimostrarvi la mia riconoscenza lo farò molto volentieri. Che questo accada o meno è probabile pure che non ci vedremo mai. In ogni caso, carissimi amici di Simone, sappiate che quell'embrione di stima e di amicizia che è nato per voi resterà sempre intatto in fondo al mio cuore come la prima pietra di un edificio.

Mille abbracci e tante cose a tutti.

Giuseppe.

3 commenti:

anna on 30 agosto 2009 alle ore 23:26

che bella lettera! impressionante e profonda come il mare...
“In ogni caso, carissimi amici di Simone, sappiate che quell'embrione di stima e di amicizia che è nato per voi resterà sempre intatto in fondo al mio cuore come la prima pietra di un edificio”.
Ecco, posso dire la stessa identica cosa per me.
Le vostre facce, che ho incontrato sulla mia strada, dopo più di vent'anni di amicizia ininterrotta mi stupiscono allo stesso modo e ringrazio Dio per ciò che ha fatto e che farà.
ciao Giuseppe e grazie

Anonimo on 15 novembre 2009 alle ore 15:39

good start

Anonimo on 15 novembre 2009 alle ore 15:45

La ringrazio per Blog intiresny

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