16:04 / Pubblicato da Alessandro /

C'è poco da dire. Io non riesco ad abituarmi alle lettere di Padre Aldo. La sua travolgente esperienza umana è iniziata dentro un abbraccio che è identico a quello che ho provato io, anche se le mie risposte sono un pò diverse...ma quello che vedo è una possibilità per me, ora. Il santo di ottobre Una piccola trinità d’angeli sofferenti: Cristina, Victor e Aldo Cari amici, ho il cuore molto gonfio nel vedere i miei tre bambini, Cristina, Victor e Aldo trafitti dal dolore. Da giorni soffrono terribilmente. Cristina piange emettendo dei gemiti indescrivibili. Ha due anni circa, è cieca, sorda, idrocefala e altre deficienze. Quando la prendiamo in braccio non sappiamo da che parte appoggiare la sua testa. E’ lì nel lettino, la bacio teneramente, le metto la mia guancia vicino alla sua…si quieta un poco e poi riprende a piangere. Non ha nessuno al mondo, ha solo le nostre, le mie carezze. La sua malattia, dicono i miei cari medici, ha origine nei maltrattamenti sofferti appena nata. E’ da più di un anno che è qui con me. Vicino a lei, il piccolo Victor che già tutti conoscete. Questi giorni sono terribili per lui. Febbre a 39-40, impacchi di acqua fredda, ogni 10 minuti la misurazione della temperatura, convulsioni continue, stringe fortemente i piccoli pugni, respira affannosamente, il suo petto si gonfia e si sgonfia per lo sforzo continuo di respirare. Geme in continuazione. Sono seduto al suo fianco, ho gli occhi più che rossi e il cuore spezzato… Prego, sto in adorazione, gli accarezzo le manine, le stringo a me, le bacio delicatamente, lo chiamo soavemente. Non possiamo muoverlo facilmente, la sua testa che è un piccolo lago di acqua non ce lo permette. Eppure le mie care e tenere infermiere lo fanno, perché dietro ha tre grosse ulcere di decubito. Sono ferite aperte, che aumentano il suo già grande dolore. Chiunque lo vede non riesce a stare più di alcuni minuti senza il rischio di svenire. Tutti pieni di domande e in particolare: Perché? Per che cosa? Io, con le mie infermiere, stiamo lì con lui. Personalmente non riesco a lasciarlo solo eppure i tanti impegni mi obbligano e soffro ancora di più. Oggi, per esempio, è domenica, mi sono alzato alle 4.45. Avevo un ritiro dei bambini della prima comunione nella fattoria che abbiamo a 40 km da Asunciòn, dove vivono gli ammalati di AIDS non terminali. Poi alle 13.00 sono corso a casa dove mi aspettavano i bambini delle due casette di Betlemme per una grigliata. Sono 20 bambini da 6 mesi a 12 anni, di cui ho l’affido. Una grande tavolata con la mamma Cristina e noi 4 sacerdoti: uno spettacolo unico. Tutti insieme, mangiando, cantando, ridendo. I neonati nelle carrozzine con il biberon o in braccio. Ma che bella famiglia siamo, ho detto ad un certo punto! Ma il mio cuore stava nella clinica e così sono ritornato a vedere le mie piccole ostie bianche. Sono stato con loro recitando il breviario, pregando per tutti voi. Questa volta ho fissato gli occhi di Aldo, il mio figlio adottivo, con il suo testone di 50 cm di diametro e un corpo lungo e fino come uno stuzzicadente. Quando si muove, prima gira il testone enorme e per conseguenza tutto il resto del corpo gli va dietro. Sono 15 giorni che non ride più, non fa più casino con gli oggetti che gli mettiamo fra le mani. E’ sempre girato verso l’immobile e gemente Victor. Da quando Victor e Cristina sono peggiorati è peggiorato pure lui. Mi commuove, mi mette in adorazione perché vedo concretamente cos’è il corpo mistico di Cristo, per cui se uno soffre l’altro soffre, se uno gode l’altro fa casino. Come spiegare diversamente questo strano rapporto fra i tre bimbi, di cui solo il mio figlio adottivo, ma lo sono anche gli altri anche se non riconosciuti per legge, vede e ascolta però è muto e d’accordo con il giudice gli abbiamo dato 10 anni di età, facendolo nascere il giorno di Natale: 25 Dicembre 1998, se non perché il Mistero che li fa in ogni momento li mette insieme facendo di loro tre un movimento di fede unico e indispensabile per me, per voi, per la chiesa, per il mondo? Soffro tanto guardandoli e li guardo le 24 ore del giorno e sono geloso di questa piccola mia comunità, di questa comunione che è davvero liberazione, cioè esaltazione del mio io, della mia coscienza di essere rapporto con il Mistero. I gemiti terribili e forti di Cristinita, quelli deboli, sottili ma più dolorosi di Victor e il silenzio pieno di tristezza del mio piccolo e lungo Aldo mi fanno capire che la bellezza della vita è nel mio nesso ontologico con il Mistero. Fenomenicamente parlando sembrano “inutili”, direbbe il diabolico mondo (per me sono bellissimi anche nell’aspetto, come lo è ogni figlio, come lo è l’accattone, pieno di sporcizia che arriva al mio ospedale moribondo e putrefatto), ma ontologicamente sono Gesù, capite…sono Gesù: è la mia piccola compagnia di Gesù, è la mia piccola “Riduzione” che fa respirare il mondo. A me il compito di curarli e a voi di sostenerci con la vostra preghiera. Dopo la Messa delle 15.00 sono tornato a dare il bacino della buona notte agli altri miei figlioletti delle 2 case di Betlemme. Erano tutti lì seduti attorno al grande tavolo con la mamma Cristina, mentre i bebè erano già nelle loro culle che dormivano. Mi sono seduto con loro. Erano felici. Fanno fatica a capire quello strano rapporto fra me (il papà) e Cristina (la giovane mamma rimasta solo con un figlio naturale e le altre due piccole morte nella mia clinica e il marito in Spagna a lavorare), ma la verginità è un linguaggio, è l’unico linguaggio che anche i bambini comprendono e per questo ci vogliono un bene dell’altro mondo. I bambini mi sono saltati al collo e dopo tanti bacini ci siamo raccontati delle barzellette per mezz’ora. Ma che bella la verginità, ti fa vivere una tenerezza con Cristina che poi diventa paternità, maternità con questi bambini. Alle 21.00 tutti a letto. Do loro il bacino della buona notte, le preghiere…e poi adesso sanno mettersi il pigiamino, quindi ho un lavoro in meno. Sono 8 bambine, 4 bambini e 3 bebè. Qualcuno ha l’AIDS, altre sono state violentate dai “patrigni”, altri sono figli di nessuno. O meglio, Dio li ha dati a me. Per ultimo saluto Cristina con un bacino sulla testa (è piccola ma bella) e torno in convento in compagnia dei miei confratelli. Però prima vado alla clinica perché mi aspettano…Anche le belle infermiere del turno notte. Bacio i miei piccoli ammalati, li tocco e mi faccio il segno della croce, un bacino (sono gli ultimi del giro), passo per il S. Sacramento per consegnargli la giornata. Alle 23.00 vado a letto…un po’ di sonnifero con un po’ di antidepressivo (come vedete obbedisco anche al medico e non mi dà fastidio usare anche ciò che la scienza regala per vivere meglio…tutto ciò che è buono viene da Gesù) e dormo, dormo quanto necessario perché poi alle 04.45 devo già essere in piedi per l’ora di ginnastica, trotto recitando i 4 misteri del Rosario, così già il lunedì e ogni giorno inizio contemplando tutta la vita di Gesù. E poi il lunedì mattina viene il Vicepresidente della Repubblica, il vice ministro delle finanze e dalla prossima settimana anche l’amico ministro della pubblica istruzione a recitare le lodi con me, Paolino e Daf (l’ultimo sacerdote che don Massimo ci ha regalato). con affetto, P. Aldo Trento

1 commenti:

Comment by Paolo Vites on 30 ottobre 2008 alle ore 15:08

"E poi il lunedì mattina viene il Vicepresidente della Repubblica, il vice ministro delle finanze e dalla prossima settimana anche l’amico ministro della pubblica istruzione a recitare le lodi": come se padre Aldo non facesse già abbastanza miracoli...

Posta un commento