"Che cosa è per me" (Testimonianza "rubata" a Betty G.)

14:44 / Pubblicato da Alessandro /

Vorrei dire oggi che cosa e’ e cosa significa per me, l’associazione amici di simone tanturli. La nostra Associazione è uno dei frutti del dono che e’ stato ed e’ ancora Simone ed e’ nata dall’amicizia che si e’ generata intorno ad Alessandro e Francesca e avendo presente cosa aveva significato per lui poter frequentare la nostra scuola a Chiavari. Constatando ogni giorno il sacrificio necessario, e spesso non affrontabile dal punto di vista economico, per le famiglie con bimbi che hanno bisogno di un’insegnante tutta per loro, abbiamo pensato di fare qualcosa per agevolare e sostenere queste famiglie. In pratica cerchiamo di aiutare la scuola come possiamo, organizziamo momenti per i genitori come le cene di classe o alcuni pranzi e pomeriggi domenicali da passare insieme, serate danzanti e concerti, tornei di calcio, abbiamo visto insieme partite e film su un mega schermo vendendo panini e bibite, prepariamo buffet per varie occasioni, qualche volta abbiamo confezionato bomboniere, quello che capita insomma, cogliendo tentativamente al volo le occasioni che capitano. Cosi’ mettiamo insieme soldi che vengono distribuiti sotto forma di borse di studio per le famiglie che ne hanno necessita’. Circa due anni fa poi, direi come conseguenza naturale di quanto iniziato, abbiamo dato vita ad un momento a cui Famiglie per l'accoglienza ha dato identità e struttura e l’abbiamo chiamato “la casa si allarga”. Ho detto “come conseguenza naturale” perché incontrando famiglie con bambini speciali, ci siamo accorti che c’era in loro, e anche in noi, il desiderio di condividere di più tra di noi, di mettere a tema quanto viviamo con i nostri figli, tutti, quelli normodotati e quelli no, di poter condividere un po’ di più la fatica, le terapie, i giochi, il tempo che si passa con loro, il modo di educarli, e queste cose valgono veramente per tutti. Quindi ci ritroviamo un pomeriggio alla settimana, dopo la scuola: i bambini giocano e fanno merenda, noi grandi stiamo insieme e con loro. In questa avventura si sono coinvolti alcuni ragazzi di GS che offrono questo tempo della loro settimana come gesto di caritativa, ed è davvero uno spettacolo guardare come stanno di fronte a questi bambini, anche quelli più particolari, più “misteriosi” se vogliamo. Ecco, miseramente detto rispetto al significato che porta, questo e’ tutto. Ma tutto questo mi interessa perché qui, in questo luogo, io sono la prima ad essere accolta. Spesso questo gesto viene definito caritativa, ma per me non e’ questo. Io vado per me, quella accolta sono io. Ecco, semmai e’ caritativa verso di me, che poi e’ la prima da doversi fare. Ho iniziato ad andare per l’amicizia con i genitori di Simone, per come accoglievano me ogni giorno, una appena tornata da vari giri per il mondo, una per cui quello che c’era intorno, la realtà, era estranea. Per me, per i miei amici, per le persone che incontriamo, il tempo trascorso insieme e’ un privilegio, e’ un ambito di grazia. Chi si avvicina se ne accorge, come le persone che abbiamo incontrato in spiaggia la scorsa estate. Io sono grata di questi amici, sono grata della possibilità’ di questo ambito. Stare con questi bambini, come anche con i ragazzi disabili della cooperativa in cui lavoro, e’ una conquista continua; dicono per esempio che sono la preferita di Vittoria perché gliele do’ tutte vinte… e’ solo che cerco di farla contenta. Se a lei piace raccogliere pigne, sfilacciare i bordi dei bicchieri di plastica e girare dappertutto per trovare il rubinetto dell’acqua… bisogna fare quelle cose li’, almeno nel possibile, altrimenti si prescinde da lei, si immagina che lei sia un’altra bambina a cui piace fare altri giochi… e invece la Vittoria e’ quella li’ e non un’altra. E questo e’ molto interessante ed educativo per me, perche’ e’ cosi’ sempre e per tutti, vale per tutti questa cosa, che poi mille volte non sia cosi’ e’ un altro discorso, e’ perche’ scatta la pretesa, con quelli a cui voglio piu’ bene… con me stessa… e invece e’ la stessa cosa. Solo con loro e’ molto piu’ evidente che non puoi pretendere, e se non sei stupido dopo un po’ lo capisci. Ma non e’ che non puoi pretendere perche’ sono diversi o perche’ non capiscono, e’ perche Gesu’ li ha voluti cosi’, e a questo proposito sono rimasta colpitissima da quello che sta raccontando padre Aldo Trento nelle sue lettere, Gesu’ mi ha voluta cosi’ e non una virgola diversa... solo che potendo stare in certi luoghi e a certi momenti si capisce bene e prima. Elisabetta G.

0 commenti:

Posta un commento