Gli ultimi giorni del mondo?

15:57 / Pubblicato da Paolo Vites /

Ai tempi della Guerra Fredda, circolava la battuta che un giorno i cavalli dell'Armata Rossa si sarebbero abbeverati nella fontana di piazza San Pietro a Roma. Quel giorno grazie a Dio non si è avverato mai. Sabato scorso mi trovavo per puro caso, per incontrare alcuni amici, in Piazza Duomo a Milano, dopo San Pietro il luogo più importante della cristianità italiana e dunque d'Europa. Poche centinaia di manifestanti filo-palestinesi, forse un migliaio, mi sfilano davanti. Raggiungono il sagrato del Duomo, improvvisamente si lanciano di corsa verso i portoni spalancati, come sempre, per i tanti turisti e pellegrini che visitano la chiesa ogni giorno. Rimango scioccato, incapace al momento di realizzare cosa stia succedendo, dalla visione di quei corpi urlanti al grido di "Israele assassino" e bandiere al vento, una massa compatta che improvvisamente sembra fatta di decine di migliaia di corpi che - adesso lo capisco - sta cercando di entrare in Duomo. Il mio Duomo, il nostro Duomo di Milano. La polizia scatta, fa cordone immediato, i portoni vengono piano piano rinchiusi. La folla urlante si ferma a pochi metri. È una visione che sa di apocalisse, di ultimi giorni del mondo. Intorno, migliaia di milanesi osservano incuranti, muovendosi veloci nel primo giorno dei grandi saldi verso la vicina Rinascente. L'amica che è con me, di sinistra, molto di sinistra, osserva scuotendo il capo: "Dovrei essere dalla loro parte, come dice il mio partito. Ma ho paura, questa gente mi fa paura". Bloccati lì fuori, trasformeranno il sagrato della chiesa in una moschea a cielo aperto. Non era mai successo prima l'occupazione violenta dei luoghi della cristianità. Viene da ridere cosa succederebbe se un cristiano facesse qualcosa di simile in un paese musulmano. Lì, i cristiani li ammazzano comunque, come in Turchia, come in Iraq. La stessa cosa accade a Bologna, davanti a San Petronio. Migliaia di musulmani impediscono l'uso delle nostre chiese ai cristiani. Nell'indifferenza generale, dei mass media, dei giornali laici e laicisti, che nei giorni scorsi hanno inneggiato al giornalista iracheno che lanciò le scarpe a Bush, definito eroe della libertà ed eletto capo del movimento pacifista italiano proprio in questi giorni, ignorando volutamente che quel personaggio è schierato apertamente per la fazione più assassina e violenta degli sciti iracheni spalleggiati dagli iraniani. Angoscia e paura. Mentre in Palestina si muore e solo la voce del Papa si alza, come sempre, forte contro la guerra. Valgono allora le parole di uno dei pochi giornali italiani che ha parlato della vicenda, Il Giornale: Ed è di questo che abbiamo paura. Non dei musulmani, la cui aggressività in tutto il mondo è piuttosto, probabilmente, un segno di debolezza e di declino. Abbiamo paura dell’ignavia, della viltà, dei contorcimenti mentali di un Occidente che soffre di infiniti complessi e sensi di colpa. Di un mondo che per non offendere i musulmani cancella i presepi, i riferimenti a Gesù nelle canzoni di Natale e il prosciutto dalla mensa dell’asilo: ma che non ha nulla da eccepire se il Duomo è costretto a chiudere. Che cosa avremmo letto sui nostri giornali se quattro cattolici tradizionalisti fossero andati a pregare davanti alla moschea di Segrate? È il nulla dell’Occidente che spaventa. Il vuoto pneumatico di valori e ideali che lascia campo libero a chi, invece, si nutre di un pensiero forte e di uno spirito di conquista. Non ce ne frega nulla di rinunciare al presepe perché al Natale non crediamo più, così come non crediamo più in niente: né in una filosofia che non sia quella del godersi la vita, né in una morale che non sia quella del secondo me. L’Occidente tace, di fronte all’avanzata dell’islam, perché non ha niente da dire: la stessa Chiesa sembra spesso rinunciare, per paura chissà di che, ad essere se stessa. C’è chi dice che proprio questo nulla ci salverà dall’islam. Che i musulmani saranno alla fine sconfitti, più che da quel che resta dei nostri valori, dall’effetto contagioso dei nostri vizi. È probabile che finirà così. Ma non prima di uno scontro che sarà tutt’altro che breve e indolore.

2 commenti:

Anonimo on 5 gennaio 2009 alle ore 20:35

Grazie per questa presa di coscienza..

Comment by Gilesteta on 13 gennaio 2009 alle ore 21:46

Hanno caricato la chiesa?
Uh... sostanziale come segno...

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