di Massimo Camisasca Anche solo parlare di quel viaggio era costato a Romeo, giovane insegnante di Liceo, una grossa litigata in casa, una semirottura con la sua donna. I bambini, poi, l'avevano preso per matto. Ma non aveva desistito. Se non ci volevano venire loro, ci sarebbe andato da solo. E così fu. Prima l'auto fino all'aeroporto, poi, l'aereo e infine la corriera. Solo l'Australia è più lontana. Perché aveva deciso di andare in Cile, oltre le Ande. Il Cile offre tutto: montagne altissime e inesplorate,tempestose onde dell'Oceano,immense distese di neve al sud, in Patagonia. Lui aveva scelto il deserto del Nord. Voleva raggiungere un osservatorio astronomico, uno dei più importanti del mondo, ora che si era capito che lì l'aria era pulita e rarefatta come in pochi posti della terra. Dato che nessuno aveva voluto accompagnarlo, il telescopio fu il suo compagno dell'estate: scoprì stelle nuove, mondi che aveva sognato per tutta la vita. Ne fece anche fotografie nitidissime! La sua vita era stata presa da tre amori, tutti e tre infiniti. Il primo era stato il mare,un infinito che, per lui, si apriva sotto la porta di casa: Romeo abitava a Sorrento e gli bastava affacciarsi al balcone per domandarsi: dove andrà a finire? E quanti pesce conterrà il mare? Sono più numerosi degli abitanti della Terra? E di quanto? L'altro infinito era il volto della sua donna: in esso si specchiavano il cielo e il mare. Il terzo era, appunto, il cielo. Qualche volta, d'estate in montagna, o in inverno, durante giornate particolarmente limpide e fredde, si era scoperto col naso allinsù a guardare la via lattea, perduto nella vertigine di quelle distanze o, forse, del proprio essere al centro dell'incommensurabile. Da allora aveva voluto studiare le stelle: giorni e giorni di lavoro, quattro settimane (non aveva altri giorni di vacanza!) per vedere cose già viste da altri... Quando, alla fine, però, unì tutti i punti delle stelle che aveva a sua volta scoperto, trovò...che formavano il nome della donna che aveva lasciato! “Si va lontano, ma sempre per tornare”, commentò. Ma da quell'estate, la più importante della sua vita, ogni anno cercò un telescopio: per formare con le stelle le parole che contano.
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