La Madonnina e gli occhi del Buddha

14:17 / Pubblicato da Paolo Vites /

Via Torino, centralissima Milano, quella dello shopping, della movida notturna e tanto altro. Sto andando a fare un saluto di fine anno agli amici della Fondazione Sussidiarietà. Mentre sono lì ne approffitto per fare due passi sotto a qualche fiocco di neve incipiente. Quando è "chiusa per ferie", Milano sa essere anche bella. Ancora più belle sono le sue chiese, ad esempio la basilica di San Lorenzo, che si trova proprio alla fine di via Torino. Imponente, con la sua struttura circolare, le sue fondamenta poggiano su antichissime strutture paleocristiane. Come dire: i cristiani, da sempre, potevano anche essere dei poveracci ignorantoni mezzi morti di fame, ma non si risparmiavano quando si trattava di costruire la casa del Signore, aggiungendoci nel corso dei secoli sempre qualcosa, fino a quelle meraviglie che sono diventate oggi. A fianco della basilica un altissimo palazzo della vecchia Milano, la cui facciata è un enorme muro bianco. Sopra, ci hanno dipinto un murale. Lo osservo disturbato, è inquietante. Due enormi occhi che mi fissano, fissano la città. Leggo il cartellone che lo spiega: sono gli occhi del Buddha. Dipinti su di un muro, dice la scritta, proteggono dal male. Un tempo, il popolo di Milano con sacrifici enormi aveva innalzato sulla cima più alta del Duomo una Madonnina d'oro. Come diceva la canzone, era lì per proteggerci. Dal male. Oggi la gente preferisce farsi proteggere dagli occhi di un Buddha. Ieri sera sono andato a messa con mia figlia. Il prete ci ha anche chiesto di portare i doni all'altare. Tutto molto bello. Durante l'omelia, quel prete cita una frase di una canzone di Francesco Guccini, "quanto tempo dovrà l'uomo vivere prima che impari a non uccidere più". Pressapoco; non ascolto più Guccini da circa vent'anni e non la ricordo bene come la ricorda quel sacerdote. Però ascolto ancora un grande cantautore cattolico, Claudio Chieffo, che in una sua canzone diceva "non è morto il male del mondo, e noi tutti lo possiamo fare". L'omelia si incentrava appunto sul male degli uomini, e ieri, che la liturgia ricordava la strage degli innocenti, nel momento in cui in Palestina avveniva una nuova strage di innocenti, non c'era niente di più facile che paragonare gli eventi, quello di 2mila anni fa e quello di oggi. Il prete non lo dice, io invece penso che, oggi che ebrei e palestinesi si ammazzano fra di loro, in fondo Gesù era un ebreo della Palestina. Figlio della loro terra, aveva detto loro di essere il figlio di Dio. Qualcuno non gli aveva voluto credere e continua a farlo ancora oggi. Ci sarà un motivo per cui la strage degli innocenti si rinnova con puntualità. E ci sarà un motivo anche per cui certi preti conoscono di più le canzoni di Guccini che quelle di Chieffo. Il male del mondo non morirà mai. E noi tutti lo possiamo fare. Inutile pensare che l'uomo impari (da solo) a non ammazzare. Con nella testa confuse immagini degli occhi di Buddha, Francesco Guccini e la terra Santa, vado in cucina a farmi un caffè. Visto il freddo polare di questi giorni, lo innaffio di una abbondante dose di buon whiskey. Mi cadono gli occhi (i miei, non quelli di Buddha) sul simpatico calendario di Frate Indovino che c'è al muro. In particolare, c'è una frase di Madre Teresa su questo mese di dicembre: "Penso che il mondo di oggi sia sottosopra. C'è tanta sofferenza perché c'è così poco amore in casa e in famiglia. La disgregazione della pace nel mondo comincia in casa". Poi guardo il biglietto di auguri di Vittadini. C'è una frase del Gius: "Che cosa è il cristianesimo? E' un uomo che si è detto Dio, vale a dire, è un uomo che ha detto Io sono la salvezza della tua vita. Io sono il significato della tua vita". Davvero, non c'è bisogno di sentirsi dire altro. Buon anno nuovo dalla fredda, freddissima Milano.

1 commenti:

Comment by Fausto Leali on 29 dicembre 2008 alle ore 21:31

"Buon anno nuovo dalla fredda, freddissima Milano"... che é riuscita a scaldare il cuore di un genuvés....
Happy new year, bro'

Posta un commento