Il sorriso della morte

18:42 / Pubblicato da Alessandro /

Cari amici,

Patrizia era una giovane prostituta di 19 anni. Era stata trovata nuda, violentata, distrutta in tutti i sensi e portata qui. AIDS galoppante. Spaurita come un pulcino nella stoppa. Lavata, pulita, baciata, abbracciata: cambia, sorride, diventa lei, lei come inizio di coscienza di “io sono Tu che mi fai”. Il suo bisogno di amore è più grande della fame che la portava a mangiare il cartone.

Un giorno dice alla psicologa: “vivevo prostituendomi perché almeno così qualcuno mi toccava, mi baciava, mi stava vicina…e mi dava un po’ di soldi”.

Ascoltavo commosso quelle parole perché anch’io sarei stato come lei se quel 25 di Marzo 1989 non fossi stato abbracciato da Giussani e poi da P.Alberto e poi da P.Paolino, da don Massimo ed ora da Carron.

Dopo quel colloquio l’ho baciata, abbracciata, le ho detto che le voglio bene. Finalmente un povero uomo…ma diverso da chi l’ha usata perché continuamente cosciente di essere abbracciato da un Altro, ma un altro concreto come nei giorni scorsi nell’esperienza dei responsabili dell’America Latina e dai miei amici gli Zerbini, Julian de la Morena, Paolino e Daf e questo mio popolo, anche lui nato da quell’abbraccio di 20 anni fa. Che commozione quando i giorni scorsi ho condiviso alcuni giorni di vacanza con gli Zerbini, che si erano preoccupati perfino della mia dieta (sono diabetico), di darmi una camera singola sapendo della mia fatica a dormire…e quando sono tornato ad Asuncion mi hanno subito chiamato per vedere come ero arrivato, se stavo bene ecc…

Un abbraccio che diventa sempre più grande perché l’uomo ha solo bisogno di questo. Che dolore quando vedo che spesso noi preti o consacrati siamo come un ferro arrugginito con uno sguardo spento.

Così domenica Patrizia, dopo 15 giorni fra noi, ha ricevuto il Battesimo, la Cresima e la prima Comunione. Mi piacerebbe mandarvi le foto, ma mi sembra di capire che al Nord del mondo certe foto danno fastidio quando ricordano che la realtà grida: “Lui esiste”.

Comunque da domenica Patrizia è solo Patrizia, senza nessun aggettivo o sostantivo a fianco. Da ieri lei ha cominciato a sorridere. Amici, Patrizia sa una cosa: “io sono Tu che mi fai”. Come padrini P.Aldo e un’anziana signora del mio ricovero (casa famiglia) senza memoria, ma ogni tanto cosciente…quando l’abbraccio e le parlo con affetto.

Amici cari, sono morte 4 persone questi giorni nella clinica…ma la morte ormai sorride, non è più arrabbiata perché si è resa conto che la vita è più forte e la vita è Gesù.

Un abbraccio

P.Aldo

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